The Gib ha finito di leggere Cattivi scienziati di Enrico Bucci

Cattivi scienziati di Enrico Bucci
Il metodo scientifico è indubbiamente una delle risorse più raffinate di cui gli scienziati dispongono per fornire indicazioni utili alla …
In passato divoratore di fantascienza e saggistica scientifica. Attualmente mi interessano soprattutto saggi di spiritualità, metafisica, retorica... ma se arriva una bella storia di fantascienza, le faccio spazio.
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Completato! The Gib ha letto 17 di 12 libri.

Il metodo scientifico è indubbiamente una delle risorse più raffinate di cui gli scienziati dispongono per fornire indicazioni utili alla …

Il metodo scientifico è indubbiamente una delle risorse più raffinate di cui gli scienziati dispongono per fornire indicazioni utili alla …
Libro di non facile lettura; il che non è strano, essendo un saggio su un argomento non proprio colloquiale, e scritto da una persona la cui caratura e conoscenza dei contenuti sono evidenti sin dall'inizio.
Ho trovato molto pesante la prima parte, che presenta e spiega sia genesi storico-geografica, sia fondamenti principali, della religione-filosofia buddista. D'altro canto, visto lo scopo del saggio, e visto che appunto non si tratta di argomenti che ascoltiamo tutti i giorni alla radio, posso solo dire che ne valeva la pena. Ineccepibile la seconda parte, dove si delinea con ricchezza di dettagli ed opportuni confronti il percorso che porta a definire un'etica buddista. Ho scritto "una" perché, come ottimamente spiegato dall'autore, i "canoni" del buddismo sono più di uno; ed io non so se lo stesso identico percorso sia fattibile/accettabile da altri punti di vista. La lettura ha effettivamente allargato le mie conoscenze, mi …
Libro di non facile lettura; il che non è strano, essendo un saggio su un argomento non proprio colloquiale, e scritto da una persona la cui caratura e conoscenza dei contenuti sono evidenti sin dall'inizio.
Ho trovato molto pesante la prima parte, che presenta e spiega sia genesi storico-geografica, sia fondamenti principali, della religione-filosofia buddista. D'altro canto, visto lo scopo del saggio, e visto che appunto non si tratta di argomenti che ascoltiamo tutti i giorni alla radio, posso solo dire che ne valeva la pena. Ineccepibile la seconda parte, dove si delinea con ricchezza di dettagli ed opportuni confronti il percorso che porta a definire un'etica buddista. Ho scritto "una" perché, come ottimamente spiegato dall'autore, i "canoni" del buddismo sono più di uno; ed io non so se lo stesso identico percorso sia fattibile/accettabile da altri punti di vista. La lettura ha effettivamente allargato le mie conoscenze, mi ha fornito ottimi spunti di riflessione ed approfondimento, mi ha pure regalato stupende citazioni, non solo propriamente buddiste. Come bonus mi ha fatto capire che ci sono molte similitudini, per quanto riguarda il "percorso terreno", tra buddismo e cristianesimo; tralasciando, come diceva una vecchia famosa pubblicità, la testa e la coda; cioè i principi e lo scopo finale; e lasciando solo il... cuore ;) Se devo trovare un difetto, per me sta nel puntiglio di alcuni approfondimenti di confronto con altre religioni/filosofie, per le quali ho l'impressione che l'autore, pur mantenendo una letterale obiettività, si sforzi di inclinare il lettore nella direzione da lui voluta. Lettura consigliatissima ai curiosi, alle persone dubbiose sulla costruzione di etiche diverse dalla propria, o semplicemente per apprezzare una storia, una letteratura, una filosofia ancora non correttamente "digerite" nel mondo occidentale.

L’etica buddhista ha punti di contatto significativi con alcuni momenti dell’etica occidentale (il particolare lo Stoicismo e Spinoza), ma se …
Chi cerchi le radici viventi del pensiero, trova il Divino: la via vera della meditazione, o della preghiera. In verità, l'ascesi più reale, perché più nuova, perché più antica, passa per il pensiero. Un asceta che non vede questo, è un asceta che dorme.
— Trattato del pensiero vivente di Massimo Scaligero (Pagina 119)
Nessuna cosa è staccata dal centro del pensiero del mondo, dal Logos: sta all'uomo operare la ricongiunzione di ciò che sulla terra appare diviso e molteplice, con la sua scaturigine trascendente.
— Trattato del pensiero vivente di Massimo Scaligero (Pagina 88)
Normalmente l'uomo si limita a usare la vita, senza essere in tale vita.
— Trattato del pensiero vivente di Massimo Scaligero (Pagina 27)
Un’opera difficile, tanto quanto cercare di farne una recensione. L’autore presenta e ripete ossessivamente il concetto di base, impreziosendolo in ogni capitolo con dettagli e riflessioni intorno alla sua natura, al suo raggiungimento, alle sue conseguenze: il “pensiero vivente”, forma più pura e unica vera del pensiero in quanto ente, rappresenta il traguardo di un’ascesi sublimata dalle discipline orientali cosi come da quelle occidentali; ma rappresenta anche un modo per penetrare diversamente la struttura della realtà, sensibile e sovrasensibile, diventandone principio, causa e fine. I periodi sono pesanti perché estremanente ricercati ed autorefenziali: forse lo scopo nascosto è proprio agire come un “mantra” da leggere e rileggere sinché i fondamentali da concetti diventino realtà personali accettate e conseguite. D’altronde i richiami ai capisaldi della gnosi sono evidenti, quindi il testo non può essere altro che un percorso segreto di elevazione: alla fine solo pochi saranno in grado di comporlo, concluderlo, …
Un’opera difficile, tanto quanto cercare di farne una recensione. L’autore presenta e ripete ossessivamente il concetto di base, impreziosendolo in ogni capitolo con dettagli e riflessioni intorno alla sua natura, al suo raggiungimento, alle sue conseguenze: il “pensiero vivente”, forma più pura e unica vera del pensiero in quanto ente, rappresenta il traguardo di un’ascesi sublimata dalle discipline orientali cosi come da quelle occidentali; ma rappresenta anche un modo per penetrare diversamente la struttura della realtà, sensibile e sovrasensibile, diventandone principio, causa e fine. I periodi sono pesanti perché estremanente ricercati ed autorefenziali: forse lo scopo nascosto è proprio agire come un “mantra” da leggere e rileggere sinché i fondamentali da concetti diventino realtà personali accettate e conseguite. D’altronde i richiami ai capisaldi della gnosi sono evidenti, quindi il testo non può essere altro che un percorso segreto di elevazione: alla fine solo pochi saranno in grado di comporlo, concluderlo, abbracciarlo… ovviamente se ci si affida a questa corrente filosofica-metafisica. Nell’appendice troviamo accenni a metodi e collegamenti con le discipline già note di meditazione e ascesi, affinché si apra una breccia per intraprendere questo viaggio.
Interessante? Indubbiamente, non foss’altro per l’originalità e l’apertura mentale che provoca. Bello? Categoria non applicabile. Utile? Potrò dirlo, probabilmente, solo se e quando vorrò e riuscirò a far mio il metodo e la volontà richiesti dall’autore.
Sin dal suo annuncio ero incuriosito da quest'opera, avendo approfondito a scopo didattico e divulgativo testo&struttura del libro da cui è tratta. Parlare degli autori è inutile, la vastità e l'importanza delle loro opere non è negoziabile. Veniamo dunque a questo volume, una perfetta simbiosi di sceneggiatura-testo-immagini... come lo è la stessa Apocalisse "scritta" originale; che ha una valenza scenica spesso cinematografica, e quindi ben si evolve in un prodotto, il fumetto, che intreccia appunto immagini, significati, ed un percorso di fede maanche di introspezione che non ha uguali. Va letto piano, gustando ogni passaggio e facendo risuonare ogni monologo o dialogo, lasciando che i cupi chiaroscuri di Roi rivelino la loro tridimensionalità negli echi delle parole del testo orchestrate da Castelli. Capolavoro? Avrebbe potuto esserlo, ma... ...di seguito la mia missiva all'editore, che non ha mai avuto risposta.
Oggetto: APOCALISSE Data: Mon, 16 Dec 2019 19:27:41 +0100 Mittente: …
Sin dal suo annuncio ero incuriosito da quest'opera, avendo approfondito a scopo didattico e divulgativo testo&struttura del libro da cui è tratta. Parlare degli autori è inutile, la vastità e l'importanza delle loro opere non è negoziabile. Veniamo dunque a questo volume, una perfetta simbiosi di sceneggiatura-testo-immagini... come lo è la stessa Apocalisse "scritta" originale; che ha una valenza scenica spesso cinematografica, e quindi ben si evolve in un prodotto, il fumetto, che intreccia appunto immagini, significati, ed un percorso di fede maanche di introspezione che non ha uguali. Va letto piano, gustando ogni passaggio e facendo risuonare ogni monologo o dialogo, lasciando che i cupi chiaroscuri di Roi rivelino la loro tridimensionalità negli echi delle parole del testo orchestrate da Castelli. Capolavoro? Avrebbe potuto esserlo, ma... ...di seguito la mia missiva all'editore, che non ha mai avuto risposta.
Oggetto: APOCALISSE Data: Mon, 16 Dec 2019 19:27:41 +0100 Mittente: xxxxxxxxxxx A: servizio.clienti@sergiobonelli.it
Buongiorno.
Ho acquistato il Vs. volume “APOCALISSE” di Castelli & Roi, per la non indifferente cifra di 20 €
Mi duole constatare almeno due “disattenzioni” che, visto l’argomento, gli autori, il tipo di pubblicazione e la casa editrice, proprio non mi sarei aspettato.
Nell’introduzione scritta sulla numerologia dell’Apocalisse, a pag. 9, si afferma che il numero 7 è “il primo numero primo escludendo l’1”; spero non ci sia bisogno di spiegarVi la castroneria, e considerarla una svista non credo sia possibile.
Nella citazione (parole nel 1° fumetto) dell’inizio del cap.11 dell’Apocalisse, a pag. 39, si è scritto “tempo” invece di “tempio”, stravolgendo completamente il senso del discorso; questa può essere una svista, ma grave se si immagina una seria revisione dell’opera assegnata non dico a chi conosce il testo biblico (pretendo troppo?), ma almeno che riconosca la coerenza di un periodo scritto.
Mi auguro quindi che venga pubblicata una nuova edizione… “riveduta e corretta”.
Testo pesante, confusionario, fuori tema. Perché, al di là di essere o meno d'accordo con le affermazioni, usa l'analisi della fonte Q per spaziare tra teologia, esegesi, riflessioni che hanno una loro logica a prescindere dalla fonte Q; e possono essere più o meno condivisibili. Non critico le idee (anzi...), critico l'occasione e la tecnica espositiva. Inoltre non è ben chiaro l'uso delle citazioni (lo sono tutte?) inserite nel testo, poi ci sono troppi errori di grammatica/sintassi per un'opera del genere; e sembra più una raccolta non ordinata di "lezioni universitarie", che un'opera unitaria pensata per essere pubblicata.
Testo pesante, confusionario, fuori tema. Perché, al di là di essere o meno d'accordo con le affermazioni, usa l'analisi della fonte Q per spaziare tra teologia, esegesi, riflessioni che hanno una loro logica a prescindere dalla fonte Q; e possono essere più o meno condivisibili. Non critico le idee (anzi...), critico l'occasione e la tecnica espositiva. Inoltre non è ben chiaro l'uso delle citazioni (lo sono tutte?) inserite nel testo, poi ci sono troppi errori di grammatica/sintassi per un'opera del genere; e sembra più una raccolta non ordinata di "lezioni universitarie", che un'opera unitaria pensata per essere pubblicata.
Il capolavoro di Orwell non deve qui essere né spiegato né valutato, non avrebbe senso. Quello che posso valutare è invece l'insieme di tecniche con cui è stata creata da Fido Nesti questa versione a fumetti, la cui trama non tradisce l'opera letteraria. La scelta dei colori tenuti&tristi, il tratto apparentemente minimale delle espressioni, l'insistere su forma, colori (descritti), dimensioni degli occhi; le figure umane che si strascicano nelle sequenze disegnate... tutto concorre a mantenere quella tensione mista a disperazione che ci immerge nell'immaginario(?) di Orwell. L'iniziale attenzione alla scrittura sul diario si rispecchia nella messa in pausa delle immagini al momento di "leggere", noi con il protagonista, le pagine del libro di Goldstein; scelta praticamente obbligata, ma eco di altre signore opere come "Watchmen". Sarebbe perfetto, se l'adattamento italiano (spero sia quello...) non avesse cannato le parole almeno un paio di volte. Peccato.
Il capolavoro di Orwell non deve qui essere né spiegato né valutato, non avrebbe senso. Quello che posso valutare è invece l'insieme di tecniche con cui è stata creata da Fido Nesti questa versione a fumetti, la cui trama non tradisce l'opera letteraria. La scelta dei colori tenuti&tristi, il tratto apparentemente minimale delle espressioni, l'insistere su forma, colori (descritti), dimensioni degli occhi; le figure umane che si strascicano nelle sequenze disegnate... tutto concorre a mantenere quella tensione mista a disperazione che ci immerge nell'immaginario(?) di Orwell. L'iniziale attenzione alla scrittura sul diario si rispecchia nella messa in pausa delle immagini al momento di "leggere", noi con il protagonista, le pagine del libro di Goldstein; scelta praticamente obbligata, ma eco di altre signore opere come "Watchmen". Sarebbe perfetto, se l'adattamento italiano (spero sia quello...) non avesse cannato le parole almeno un paio di volte. Peccato.
l'Islam non è terrorismo, l'Islam non è l'Isis. L'Islam è una delle tre religioni abramitiche, che è come dire che ebrei, cristiani e musulmani pregano lo stesso Dio. Spesso ci dimentichiamo di questo, e vediamo l'Islam solo come un pericolo incombente (sigh). Dalla Giordania arriva questo testo esplicativo, estremamente chiaro ed interessante, nonché equilibrato nell'esposizione. Ho gradito molto sia il modo di esplorare l'Islam, sia l'approfondimento sulla scrittura del Corano; perché chiarisce la necessità di leggere (o meglio "cantare") il Corano in arabo, sia come costruzione poetica dei versetti, sia come visione artistica della scrittura stessa. Non metto 5 stelle poiché non ho le conoscenze per scoprire eventuali mancanze/contraddizioni dell'opera rispetto alla teologia del Corano.
l'Islam non è terrorismo, l'Islam non è l'Isis. L'Islam è una delle tre religioni abramitiche, che è come dire che ebrei, cristiani e musulmani pregano lo stesso Dio. Spesso ci dimentichiamo di questo, e vediamo l'Islam solo come un pericolo incombente (sigh). Dalla Giordania arriva questo testo esplicativo, estremamente chiaro ed interessante, nonché equilibrato nell'esposizione. Ho gradito molto sia il modo di esplorare l'Islam, sia l'approfondimento sulla scrittura del Corano; perché chiarisce la necessità di leggere (o meglio "cantare") il Corano in arabo, sia come costruzione poetica dei versetti, sia come visione artistica della scrittura stessa. Non metto 5 stelle poiché non ho le conoscenze per scoprire eventuali mancanze/contraddizioni dell'opera rispetto alla teologia del Corano.
Letto su segnalazione di un caro amico letterato, con il quale sin dall'adolescenza, ridendo&scherzando, ci stuzzichiamo in merito ad argomenti pruriginosi, tenendo comunque il cervello ben acceso; questo grazie ad un mentore che abbiamo avuto in comune. E infatti questo saggio "stuzzica", o meglio "sconvolge", le nostre opinioni ed il nostro vissuto in merito soprattutto all'attività sessuale, alla morale sessuale, ed al loro rapportarsi con il sociale ed il sentimentale. Per l'autore "l'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare" [cit.], e lui dichiara di esserci riuscito. Ma già accettare, e poi accogliere, se non addirittura abbracciare, le sue tesi rimane un percorso difficile; magari andrebbe almeno fatto per obliterare tutte quelle cattive abitudini che portano, ad esempio, a giudicare una persona per le sue scelte in materia di sesso. Difficile anche per "colpa" delle regole della nostra vita sociale, che verrebbero discretamente stravolte da questo cambio di atteggiamento verso il …
Letto su segnalazione di un caro amico letterato, con il quale sin dall'adolescenza, ridendo&scherzando, ci stuzzichiamo in merito ad argomenti pruriginosi, tenendo comunque il cervello ben acceso; questo grazie ad un mentore che abbiamo avuto in comune. E infatti questo saggio "stuzzica", o meglio "sconvolge", le nostre opinioni ed il nostro vissuto in merito soprattutto all'attività sessuale, alla morale sessuale, ed al loro rapportarsi con il sociale ed il sentimentale. Per l'autore "l'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare" [cit.], e lui dichiara di esserci riuscito. Ma già accettare, e poi accogliere, se non addirittura abbracciare, le sue tesi rimane un percorso difficile; magari andrebbe almeno fatto per obliterare tutte quelle cattive abitudini che portano, ad esempio, a giudicare una persona per le sue scelte in materia di sesso. Difficile anche per "colpa" delle regole della nostra vita sociale, che verrebbero discretamente stravolte da questo cambio di atteggiamento verso il sesso. Ho messo "colpa" tra virgolette poiché, pur apprezzando le tesi dell'autore, e pur riconoscendone la validità, trovo riduttivo gettare il mantello della responsabilità solo sulla religione, che se anche complice spesso è (come per molte altre cose) scusa per nascondere usi&costumi ad essa antecedenti. Non parliamo poi di un'ipotetica accettazione generale della sua proposta di "revisione" della morale sessuale, una bellissima utopia... per ora. Concludo osservando che, consapevole o no, a pag.43 c'è un richiamo al racconto-capolavoro "La solita zuppa" di Luciano Bianciardi.
Se qualcun altro lo avesse letto oppure avesse voglia di leggerlo (cosa che consiglio comunque), sarei molto interessato ad un confronto sui temi proposti dal saggio.
L'opera segue le avventure della protagonista, Elian, che intraprende una classica "cerca" fantasy con l'eterogenea, ed a tratti molto originale, squadra che pian piano si forma. Lo stile è fresco e riflette lo sguardo giovane e innocente, ma comprensivo, con cui l'autrice ha sempre guardato il mondo. La trama non si ferma mai e "tocca" i classici tòpoi di questo tipo di storia, mentre la protagonista ed i suoi amici, complice la "cerca", maturano e ridiscutono le loro certezze. Il finale ci lascia un po' l'amaro in bocca, perché vorremmo continuare la storia di Elian per scoprire dove la porterà la sua avventurosa vita.
Una lettura mai pesante, estremamente piacevole e dalle descrizioni vivide, complice la frequentazione delle arti visive da parte dell'autrice.
L'opera segue le avventure della protagonista, Elian, che intraprende una classica "cerca" fantasy con l'eterogenea, ed a tratti molto originale, squadra che pian piano si forma. Lo stile è fresco e riflette lo sguardo giovane e innocente, ma comprensivo, con cui l'autrice ha sempre guardato il mondo. La trama non si ferma mai e "tocca" i classici tòpoi di questo tipo di storia, mentre la protagonista ed i suoi amici, complice la "cerca", maturano e ridiscutono le loro certezze. Il finale ci lascia un po' l'amaro in bocca, perché vorremmo continuare la storia di Elian per scoprire dove la porterà la sua avventurosa vita.
Una lettura mai pesante, estremamente piacevole e dalle descrizioni vivide, complice la frequentazione delle arti visive da parte dell'autrice.
Le mie dita presero fuoco, il dolore era insopportabile, ma resistetti. Quando un boato annunciò che il sortilegio era concluso, caddi a terra stremata. La testa di un femore, sicuramente umano, sormontata da una rozza pietra grigia intrappolata nell’acciaio era stretta nel mio pugno. La luce si affievoli e, spegnendosi, gli artigli che ghermivano l’oggetto magico si ritirarono.