cretinodicrescenzago ha recensito Quando muori resta a me di Zerocalcare
Un'opera necessaria sull'affettività maschile nella nostra società machista
5 stelle
Prosegue l'autobiografia introspettiva di Michele Rech, e a circa dieci anni dal grande romanzo grafico di analisi della sua famiglia materna, ecco quello dedicato alla famiglia paterna – e se in Dimentica il mio nome fu la scomparsa della nonna a permettere a Zerocalcare di riconoscere che mamma Elisabeth è una persona, non solo un genitore, qui in Quando muori resta a me è la fatidica vacanza col padre Pin nella casa d'origine dei nonni a innescare un complesso lavoro di ripescaggio e sbrogliamento dei non detti, degli abbandoni, degli allontanamenti voluti e subiti, dei grovigli di torto e rancore ereditati di generazione in generazione – e il tutto non si limita al vissuto personale dei Rech padre e figlio, ma lo inquadra nelle lontane origini della famiglia nel Veneto bellunese, ieri come oggi relegato a "Meridione del Nord", nelle vergogne e nelle ombre che la generazione di papà Pin …
Prosegue l'autobiografia introspettiva di Michele Rech, e a circa dieci anni dal grande romanzo grafico di analisi della sua famiglia materna, ecco quello dedicato alla famiglia paterna – e se in Dimentica il mio nome fu la scomparsa della nonna a permettere a Zerocalcare di riconoscere che mamma Elisabeth è una persona, non solo un genitore, qui in Quando muori resta a me è la fatidica vacanza col padre Pin nella casa d'origine dei nonni a innescare un complesso lavoro di ripescaggio e sbrogliamento dei non detti, degli abbandoni, degli allontanamenti voluti e subiti, dei grovigli di torto e rancore ereditati di generazione in generazione – e il tutto non si limita al vissuto personale dei Rech padre e figlio, ma lo inquadra nelle lontane origini della famiglia nel Veneto bellunese, ieri come oggi relegato a "Meridione del Nord", nelle vergogne e nelle ombre che la generazione di papà Pin si porta dietro dai "maledetti anni Settanta", nella consapevolezza da parte di Michele di non essere più il giovane punkabbestia picchiato dalla Forestale al G8 di Genova, bensì un uomo ampiamente adulto che ha ampiamente fatto il giro di boa del tempo che potrà trascorrere coi suoi genitori (e questo in tavole di rara potenza lirica). Se è vero che i meccanismi narrativi utilizzati per la gestione delle proiezioni interiori dello Zerocalcare personaggio sono un po' classici e telefonati, è altrettanto vero che l'opera nel suo complesso è di profonda delicatezza e dolcezza – tanto più per me, che anche grazie ad essa ho sbloccato un po' la situazione comunicativa col mio, di padre!