The Gib citazione da Quando muori resta a me di Zerocalcare
A scuola ti insegnano felice - triste - arrabbiato.
Il senso di colpa non te lo spiega nessuno.
In passato divoratore di fantascienza e saggistica scientifica. Attualmente mi interessano soprattutto saggi di spiritualità, metafisica, retorica... ma se arriva una bella storia di fantascienza, le faccio spazio.
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Completato! The Gib ha letto 14 di 12 libri.
A scuola ti insegnano felice - triste - arrabbiato.
Il senso di colpa non te lo spiega nessuno.
Questa volta Zerocalcare osa scavare nella propria famiglia, con una storia che risale sino alla 1a guerra mondiale e riscende alla sua fanciullezza ed alla separazione dei genitori. Coprotagonista il padre e, a poco a poco, le generazioni precedenti di "padri". Come sempre a cavallo tra introspezione, riflessione, umorismo mai fine a se stesso, Zerocalcare si conferma una scommessa sicura, anzi una certezza, negli acquisti di romanzi a fumetti.
In discipline diverse dalla fisica e dall'ingegneria si è creduto che i calcolatori potessero ovviare alla padronanza elementare dell'approccio quantitativo alla realtà: di converso, ingegneri e fisici si lanciano ogni giorno in esercizi numerici che ignorano anche le basi della realtà fisica cui si vorrebbe applicarli, non appena escono dal proprio specifico ambito di competenza. In entrambi i casi, è difficile che si rifletta su ciò che si sta facendo, perché mancano le coordinate mentali necessarie; coordinate che epistemologia, un minimo comune di matematica, probabilità e scienze della vita fornivano invece ad una maggioranza -non a un'esigua minoranza- di componenti della comunità scientifica del secolo scorso. Del resto, come si può rimproverare chi nel mondo scientifico odierno non ha il tempo di studiare altro che quello che gli serve a pubblicare presto e "bene" (ovvero su riviste stimate) nell'ambito della sua disciplina?
— Cattivi scienziati di Enrico Bucci (Pagina 169 - 170)
Il saggio si legge bene e velocemente; chiaro, preciso, inequivocabile. L'unico rischio è che diventi "elemento da sventolare" per gente come i NoVax, nonostante al suo interno si racconti proprio di casi esemplari come quello di Andrew Wakefield; ma per saperlo bisognerebbe averlo letto prima di citarlo ;)
Fa bene ricordare che i furboni ci sono anche nel "salotto buono" della Scienza; fa bene essere consapevoli che un titolone acchiappaclick su un quotidiano qualsiasi o su FacciaLibro, anche se rimbalza un articolo scientifico, non è la Verità Assoluta discesa dal cielo, se non ha passato le forche caudine dei controllori addetti e dei debunker specifici (come l'autore stesso).
Usare la testa, avere pazienza, mantenere la calma. Anche mentre si legge di neutrini superluminali.
Il metodo scientifico è indubbiamente una delle risorse più raffinate di cui gli scienziati dispongono per fornire indicazioni utili alla …
Il metodo scientifico è indubbiamente una delle risorse più raffinate di cui gli scienziati dispongono per fornire indicazioni utili alla …
Libro di non facile lettura; il che non è strano, essendo un saggio su un argomento non proprio colloquiale, e scritto da una persona la cui caratura e conoscenza dei contenuti sono evidenti sin dall'inizio.
Ho trovato molto pesante la prima parte, che presenta e spiega sia genesi storico-geografica, sia fondamenti principali, della religione-filosofia buddista. D'altro canto, visto lo scopo del saggio, e visto che appunto non si tratta di argomenti che ascoltiamo tutti i giorni alla radio, posso solo dire che ne valeva la pena. Ineccepibile la seconda parte, dove si delinea con ricchezza di dettagli ed opportuni confronti il percorso che porta a definire un'etica buddista. Ho scritto "una" perché, come ottimamente spiegato dall'autore, i "canoni" del buddismo sono più di uno; ed io non so se lo stesso identico percorso sia fattibile/accettabile da altri punti di vista. La lettura ha effettivamente allargato le mie conoscenze, mi ha …
Libro di non facile lettura; il che non è strano, essendo un saggio su un argomento non proprio colloquiale, e scritto da una persona la cui caratura e conoscenza dei contenuti sono evidenti sin dall'inizio.
Ho trovato molto pesante la prima parte, che presenta e spiega sia genesi storico-geografica, sia fondamenti principali, della religione-filosofia buddista. D'altro canto, visto lo scopo del saggio, e visto che appunto non si tratta di argomenti che ascoltiamo tutti i giorni alla radio, posso solo dire che ne valeva la pena. Ineccepibile la seconda parte, dove si delinea con ricchezza di dettagli ed opportuni confronti il percorso che porta a definire un'etica buddista. Ho scritto "una" perché, come ottimamente spiegato dall'autore, i "canoni" del buddismo sono più di uno; ed io non so se lo stesso identico percorso sia fattibile/accettabile da altri punti di vista. La lettura ha effettivamente allargato le mie conoscenze, mi ha fornito ottimi spunti di riflessione ed approfondimento, mi ha pure regalato stupende citazioni, non solo propriamente buddiste. Come bonus mi ha fatto capire che ci sono molte similitudini, per quanto riguarda il "percorso terreno", tra buddismo e cristianesimo; tralasciando, come diceva una vecchia famosa pubblicità, la testa e la coda; cioè i principi e lo scopo finale; e lasciando solo il... cuore ;) Se devo trovare un difetto, per me sta nel puntiglio di alcuni approfondimenti di confronto con altre religioni/filosofie, per le quali ho l'impressione che l'autore, pur mantenendo una letterale obiettività, si sforzi di inclinare il lettore nella direzione da lui voluta. Lettura consigliatissima ai curiosi, alle persone dubbiose sulla costruzione di etiche diverse dalla propria, o semplicemente per apprezzare una storia, una letteratura, una filosofia ancora non correttamente "digerite" nel mondo occidentale.
L’etica buddhista ha punti di contatto significativi con alcuni momenti dell’etica occidentale (il particolare lo Stoicismo e Spinoza), ma se …
Chi cerchi le radici viventi del pensiero, trova il Divino: la via vera della meditazione, o della preghiera. In verità, l'ascesi più reale, perché più nuova, perché più antica, passa per il pensiero. Un asceta che non vede questo, è un asceta che dorme.
— Trattato del pensiero vivente di Massimo Scaligero (Pagina 119)
Nessuna cosa è staccata dal centro del pensiero del mondo, dal Logos: sta all'uomo operare la ricongiunzione di ciò che sulla terra appare diviso e molteplice, con la sua scaturigine trascendente.
— Trattato del pensiero vivente di Massimo Scaligero (Pagina 88)
Normalmente l'uomo si limita a usare la vita, senza essere in tale vita.
— Trattato del pensiero vivente di Massimo Scaligero (Pagina 27)
Un’opera difficile, tanto quanto cercare di farne una recensione. L’autore presenta e ripete ossessivamente il concetto di base, impreziosendolo in ogni capitolo con dettagli e riflessioni intorno alla sua natura, al suo raggiungimento, alle sue conseguenze: il “pensiero vivente”, forma più pura e unica vera del pensiero in quanto ente, rappresenta il traguardo di un’ascesi sublimata dalle discipline orientali cosi come da quelle occidentali; ma rappresenta anche un modo per penetrare diversamente la struttura della realtà, sensibile e sovrasensibile, diventandone principio, causa e fine. I periodi sono pesanti perché estremanente ricercati ed autorefenziali: forse lo scopo nascosto è proprio agire come un “mantra” da leggere e rileggere sinché i fondamentali da concetti diventino realtà personali accettate e conseguite. D’altronde i richiami ai capisaldi della gnosi sono evidenti, quindi il testo non può essere altro che un percorso segreto di elevazione: alla fine solo pochi saranno in grado di comporlo, concluderlo, …
Un’opera difficile, tanto quanto cercare di farne una recensione. L’autore presenta e ripete ossessivamente il concetto di base, impreziosendolo in ogni capitolo con dettagli e riflessioni intorno alla sua natura, al suo raggiungimento, alle sue conseguenze: il “pensiero vivente”, forma più pura e unica vera del pensiero in quanto ente, rappresenta il traguardo di un’ascesi sublimata dalle discipline orientali cosi come da quelle occidentali; ma rappresenta anche un modo per penetrare diversamente la struttura della realtà, sensibile e sovrasensibile, diventandone principio, causa e fine. I periodi sono pesanti perché estremanente ricercati ed autorefenziali: forse lo scopo nascosto è proprio agire come un “mantra” da leggere e rileggere sinché i fondamentali da concetti diventino realtà personali accettate e conseguite. D’altronde i richiami ai capisaldi della gnosi sono evidenti, quindi il testo non può essere altro che un percorso segreto di elevazione: alla fine solo pochi saranno in grado di comporlo, concluderlo, abbracciarlo… ovviamente se ci si affida a questa corrente filosofica-metafisica. Nell’appendice troviamo accenni a metodi e collegamenti con le discipline già note di meditazione e ascesi, affinché si apra una breccia per intraprendere questo viaggio.
Interessante? Indubbiamente, non foss’altro per l’originalità e l’apertura mentale che provoca. Bello? Categoria non applicabile. Utile? Potrò dirlo, probabilmente, solo se e quando vorrò e riuscirò a far mio il metodo e la volontà richiesti dall’autore.
Sin dal suo annuncio ero incuriosito da quest'opera, avendo approfondito a scopo didattico e divulgativo testo&struttura del libro da cui è tratta. Parlare degli autori è inutile, la vastità e l'importanza delle loro opere non è negoziabile. Veniamo dunque a questo volume, una perfetta simbiosi di sceneggiatura-testo-immagini... come lo è la stessa Apocalisse "scritta" originale; che ha una valenza scenica spesso cinematografica, e quindi ben si evolve in un prodotto, il fumetto, che intreccia appunto immagini, significati, ed un percorso di fede maanche di introspezione che non ha uguali. Va letto piano, gustando ogni passaggio e facendo risuonare ogni monologo o dialogo, lasciando che i cupi chiaroscuri di Roi rivelino la loro tridimensionalità negli echi delle parole del testo orchestrate da Castelli. Capolavoro? Avrebbe potuto esserlo, ma... ...di seguito la mia missiva all'editore, che non ha mai avuto risposta.
Oggetto: APOCALISSE Data: Mon, 16 Dec 2019 19:27:41 +0100 Mittente: xxxxxxxxxxx …
Sin dal suo annuncio ero incuriosito da quest'opera, avendo approfondito a scopo didattico e divulgativo testo&struttura del libro da cui è tratta. Parlare degli autori è inutile, la vastità e l'importanza delle loro opere non è negoziabile. Veniamo dunque a questo volume, una perfetta simbiosi di sceneggiatura-testo-immagini... come lo è la stessa Apocalisse "scritta" originale; che ha una valenza scenica spesso cinematografica, e quindi ben si evolve in un prodotto, il fumetto, che intreccia appunto immagini, significati, ed un percorso di fede maanche di introspezione che non ha uguali. Va letto piano, gustando ogni passaggio e facendo risuonare ogni monologo o dialogo, lasciando che i cupi chiaroscuri di Roi rivelino la loro tridimensionalità negli echi delle parole del testo orchestrate da Castelli. Capolavoro? Avrebbe potuto esserlo, ma... ...di seguito la mia missiva all'editore, che non ha mai avuto risposta.
Oggetto: APOCALISSE Data: Mon, 16 Dec 2019 19:27:41 +0100 Mittente: xxxxxxxxxxx A: servizio.clienti@sergiobonelli.it
Buongiorno.
Ho acquistato il Vs. volume “APOCALISSE” di Castelli & Roi, per la non indifferente cifra di 20 €
Mi duole constatare almeno due “disattenzioni” che, visto l’argomento, gli autori, il tipo di pubblicazione e la casa editrice, proprio non mi sarei aspettato.
Nell’introduzione scritta sulla numerologia dell’Apocalisse, a pag. 9, si afferma che il numero 7 è “il primo numero primo escludendo l’1”; spero non ci sia bisogno di spiegarVi la castroneria, e considerarla una svista non credo sia possibile.
Nella citazione (parole nel 1° fumetto) dell’inizio del cap.11 dell’Apocalisse, a pag. 39, si è scritto “tempo” invece di “tempio”, stravolgendo completamente il senso del discorso; questa può essere una svista, ma grave se si immagina una seria revisione dell’opera assegnata non dico a chi conosce il testo biblico (pretendo troppo?), ma almeno che riconosca la coerenza di un periodo scritto.
Mi auguro quindi che venga pubblicata una nuova edizione… “riveduta e corretta”.
Testo pesante, confusionario, fuori tema. Perché, al di là di essere o meno d'accordo con le affermazioni, usa l'analisi della fonte Q per spaziare tra teologia, esegesi, riflessioni che hanno una loro logica a prescindere dalla fonte Q; e possono essere più o meno condivisibili. Non critico le idee (anzi...), critico l'occasione e la tecnica espositiva. Inoltre non è ben chiaro l'uso delle citazioni (lo sono tutte?) inserite nel testo, poi ci sono troppi errori di grammatica/sintassi per un'opera del genere; e sembra più una raccolta non ordinata di "lezioni universitarie", che un'opera unitaria pensata per essere pubblicata.
Il capolavoro di Orwell non deve qui essere né spiegato né valutato, non avrebbe senso. Quello che posso valutare è invece l'insieme di tecniche con cui è stata creata da Fido Nesti questa versione a fumetti, la cui trama non tradisce l'opera letteraria. La scelta dei colori tenuti&tristi, il tratto apparentemente minimale delle espressioni, l'insistere su forma, colori (descritti), dimensioni degli occhi; le figure umane che si strascicano nelle sequenze disegnate... tutto concorre a mantenere quella tensione mista a disperazione che ci immerge nell'immaginario(?) di Orwell. L'iniziale attenzione alla scrittura sul diario si rispecchia nella messa in pausa delle immagini al momento di "leggere", noi con il protagonista, le pagine del libro di Goldstein; scelta praticamente obbligata, ma eco di altre signore opere come "Watchmen". Sarebbe perfetto, se l'adattamento italiano (spero sia quello...) non avesse cannato le parole almeno un paio di volte. Peccato.