Paolinus vorrebbe leggere L'ultimo pinguino delle Langhe di Orso Tosco
L'ultimo pinguino delle Langhe di Orso Tosco
Orso Tosco irrompe sulla scena del noir italiano insieme a un personaggio indimenticabile, che porta su di sé umanissime e …
Mi applico ma non sono intelligente.
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Orso Tosco irrompe sulla scena del noir italiano insieme a un personaggio indimenticabile, che porta su di sé umanissime e …
Riflessivo e delicato, intenso e mai banale, L'età grande approda a un senso nuovo e autentico di gratitudine per la …
Una piccola cittadina di montagna. Tre morti misteriose. Un’indagine complicata per Gaetano Ravidà
Due anni dopo il trasferimento ad Asiago, …
Oppure in bocca a un collega: “Guardacaso il mio cliente, che vive circondato da donne bellissime, avrebbe preteso favori sessuali da una cameriera di non particolare avvenenza”. Lo irritava per la venatura di disprezzo che la locuzione portava con sé, ma ancor di più per l’arbitraria negazione della legge che regola la realtà: il caso appunto. Dire “guardacaso” significava stupirsi della casualità, e questo era tanto assurdo quanto sorprendersi per la forza di gravità o per il mutare delle stagioni.
— Cena di classe di Alessandro Perissinotto, Piero d'Ettorre
Libro vincitore del Premio Strega 2021
Tratteggiando, con affetto, le vite dei due amici, Emanuele Trevi persegue una ricerca narrativa …
C’è chi si indispettisce, come l’alchimista che all’inizio del Settecento, infierendo sulle sue cavie, crea per caso il primo colore …
22 febbraio 2018. All’avvocato Giacomo Meroni pare una mattina come tante, fredda e limpida. I rituali di sempre: la colazione …
Cosa scrivere che non sia già stato scritto nelle recensioni di chi mi ha preceduto? Il Philip Roth de' noantri, il romanzo di formazione nel XX secolo, oppure la citazione “Troppe parole forbite, ragazzo mio, e non abbastanza verità” che riassume in modo estremo e necessariamente sommario l'intero romanzo? Personalmente trovo insopportabile il continuo e smodato utilizzo di termini desueti se non addirittura arcaici e comunque di uso assolutamente non comune e mi chiedo quale sia il fine: vuole forse l'autore manifestare la sua superiorità linguistica sul lettore? Prendersela con me perché ho fatto studi scientifici e non umanistici e vado in difficoltà con un lessico così costruito? Se mi capita un firmacopie gli chiedo come dedica l'equazione di Schrödinger, vediamo come se la cava. Ma nonostante questo il libro mi è piaciuto e ne consiglio la lettura perché anche se l'autore sembra tirarsela tantissimo (anche nelle parti in cui …
Cosa scrivere che non sia già stato scritto nelle recensioni di chi mi ha preceduto? Il Philip Roth de' noantri, il romanzo di formazione nel XX secolo, oppure la citazione “Troppe parole forbite, ragazzo mio, e non abbastanza verità” che riassume in modo estremo e necessariamente sommario l'intero romanzo? Personalmente trovo insopportabile il continuo e smodato utilizzo di termini desueti se non addirittura arcaici e comunque di uso assolutamente non comune e mi chiedo quale sia il fine: vuole forse l'autore manifestare la sua superiorità linguistica sul lettore? Prendersela con me perché ho fatto studi scientifici e non umanistici e vado in difficoltà con un lessico così costruito? Se mi capita un firmacopie gli chiedo come dedica l'equazione di Schrödinger, vediamo come se la cava. Ma nonostante questo il libro mi è piaciuto e ne consiglio la lettura perché anche se l'autore sembra tirarsela tantissimo (anche nelle parti in cui si rivolge direttamente al lettore per esempio) tutto il racconto è ricco di ironia e auto-ironia e la famosa citazione sembra essere, almeno per come l'ho interpretata io, una forte auto-critica. Mi sono affezionato al protagonista, un anti-eroe di cui non si scopre mai il nome e di cui purtroppo mancano 30 anni di vita: un po' la curiosità di sapere cosa sia successo tra i 20 ed i 50 mi è rimasta. Se comunque la tesi che l'autore voleva dimostrare è che l'esercizio del dare la colpa della propria infelicità agli altri è sbagliato mi sembra che le vicende vissute dal protagonista vadano nella direzione opposta: difficile non rimanere segnati da episodi cruenti o da routine che lentamente ti forgiano come può fare l'acqua persino con la roccia.
Cosa scrivere che non sia già stato scritto nelle recensioni di chi mi ha preceduto? Il Philip Roth de' noantri, il romanzo di formazione nel XX secolo, oppure la citazione “Troppe parole forbite, ragazzo mio, e non abbastanza verità” che riassume in modo estremo e necessariamente sommario l'intero romanzo? Personalmente trovo insopportabile il continuo e smodato utilizzo di termini desueti se non addirittura arcaici e comunque di uso assolutamente non comune e mi chiedo quale sia il fine: vuole forse l'autore manifestare la sua superiorità linguistica sul lettore? Prendersela con me perché ho fatto studi scientifici e non umanistici e vado in difficoltà con un lessico così costruito?
Se mi capita un firmacopie gli chiedo come dedica l'equazione di Schrödinger, vediamo come se la cava. Ma nonostante questo il libro mi è piaciuto e ne consiglio la lettura perché anche se l'autore sembra tirarsela tantissimo (anche nelle parti in cui …
Cosa scrivere che non sia già stato scritto nelle recensioni di chi mi ha preceduto? Il Philip Roth de' noantri, il romanzo di formazione nel XX secolo, oppure la citazione “Troppe parole forbite, ragazzo mio, e non abbastanza verità” che riassume in modo estremo e necessariamente sommario l'intero romanzo? Personalmente trovo insopportabile il continuo e smodato utilizzo di termini desueti se non addirittura arcaici e comunque di uso assolutamente non comune e mi chiedo quale sia il fine: vuole forse l'autore manifestare la sua superiorità linguistica sul lettore? Prendersela con me perché ho fatto studi scientifici e non umanistici e vado in difficoltà con un lessico così costruito?
Se mi capita un firmacopie gli chiedo come dedica l'equazione di Schrödinger, vediamo come se la cava. Ma nonostante questo il libro mi è piaciuto e ne consiglio la lettura perché anche se l'autore sembra tirarsela tantissimo (anche nelle parti in cui si rivolge direttamente al lettore per esempio) tutto il racconto è ricco di ironia e auto-ironia e la famosa citazione sembra essere, almeno per come l'ho interpretata io, una forte auto-critica.
Mi sono affezionato al protagonista, un anti-eroe di cui non si scopre mai il nome e di cui purtroppo mancano 30 anni di vita: un po' la curiosità di sapere cosa sia successo tra i 20 ed i 50 mi è rimasta. Se comunque la tesi che l'autore voleva dimostrare è che l'esercizio del dare la colpa della propria infelicità agli altri è sbagliato mi sembra che le vicende vissute dal protagonista vadano nella direzione opposta: difficile non rimanere segnati da episodi cruenti o da routine che lentamente ti forgiano come può fare l'acqua persino con la roccia.
Grottesco, ironico, distopico, surreale il libro affronta in modo decisamente originale uno dei temi più cari all'umanità intera, quello della morte e lo fa dipingendo uno scenario assurdo nel quale la morte stessa viene a mancare. All'essere umano è quindi concessa la vita eterna ma permangono le malattie, il decadimento fisico e gli incidenti il che porta la popolazione intera al dibattito sul fine vita. Curiosamente l'immortalità riguarda una specifica nazione ma basta superare i confini dello stato per ripristinare il trapasso.
L'improvvisa e assurda emergenza che le persone si trovano ad affrontare viene gestita principalmente dal governo, dalla chiesa e dalla maphia (col ph) con contorno di dibattiti filosofici, economici (chi pagherà le pensioni?) e politici su giornali e televisioni: ogni riferimento alla società in cui viviamo è ovviamente voluto e l'autore sfrutta l'assurdità della situazione per evidenziare i tratti malati del mondo in cui viviamo. Tempo di abituarsi …
Grottesco, ironico, distopico, surreale il libro affronta in modo decisamente originale uno dei temi più cari all'umanità intera, quello della morte e lo fa dipingendo uno scenario assurdo nel quale la morte stessa viene a mancare. All'essere umano è quindi concessa la vita eterna ma permangono le malattie, il decadimento fisico e gli incidenti il che porta la popolazione intera al dibattito sul fine vita. Curiosamente l'immortalità riguarda una specifica nazione ma basta superare i confini dello stato per ripristinare il trapasso.
L'improvvisa e assurda emergenza che le persone si trovano ad affrontare viene gestita principalmente dal governo, dalla chiesa e dalla maphia (col ph) con contorno di dibattiti filosofici, economici (chi pagherà le pensioni?) e politici su giornali e televisioni: ogni riferimento alla società in cui viviamo è ovviamente voluto e l'autore sfrutta l'assurdità della situazione per evidenziare i tratti malati del mondo in cui viviamo. Tempo di abituarsi all'eternità ed ecco la morte ritornare con alcune novità...
La prosa è però un tantino pesante a causa di un uso decisamente originale della punteggiatura e di frasi che sembrano non finire mai: ho fatto veramente fatica in alcuni punti del libro. Inoltre la mancanza di protagonisti rende il racconto a tratti didascalico e poco coinvolgente.
Il paradosso del gatto di Schrödinger è appunto un paradosso: la meccanica quantistica non si può applicare a oggetti macroscopici, complessi e vivi.
Ok al multiverso per protoni elettroni a quanti vari ma per quanto riguarda gli esseri umani il semplice parlarne ti fa "precipitare" in un film Marvel popolato di Dr. Strange.
Fatta questa premessa secondo me l'autore è molto bravo nello sviscerare aspetti e conseguenze che nei fumetti e nei film dei supererori non vengono ovviamente presi in considerazione: la trama risulta avvincente ed i personaggi sono ben contestualizzati nelle diverse "scatole" che si alternano. Un po' deluso per il finale che, pur calandosi nella realtà del multiverso, risulta comunque poco sensato per i protagonisti.