Paolinus ha finito di leggere Oltre di Gigi Paoli

Oltre di Gigi Paoli
Può l'etica umana fermare la scienza se la scienza mette il mondo in pericolo? Fino a che punto si può …
Mi applico ma non sono intelligente.
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Può l'etica umana fermare la scienza se la scienza mette il mondo in pericolo? Fino a che punto si può …
Può l'etica umana fermare la scienza se la scienza mette il mondo in pericolo? Fino a che punto si può …
Il romanzo è pieno di acciaio. Ok, il lettore era stato avvisato con il titolo ma non pensavo ce ne fosse così tanto. Ok l'importanza della fabbrica nell'ecosistema sociale ma il fascino di tutto quell'acciaio dopo la novità delle prime pagine stufa. Invece il libro va avanti con descrizioni lunghissime e ripetitive dei forni e di tutto quello che ruota intorno alla lavorazione dell'acciaio. Ok, l'autrice ha dovuto documentarsi un sacco e giustamente doveva rientrare dello sforzo, ma dopo un po' anche basta.
Le protagoniste Anna e Francesca...a quanto pare ce l'hanno solo loro. In tutta la Toscana, le due più belle ragazze sono loro, non ce ne sono altre e tutti i maschi nessuno escluso hanno occhi solo per loro. E vai di descrizioni di sederi, seni, gambe... ma veramente? La bellezza non è un fatto oggettivo e non deriva solo dall'aspetto esteriore, ok che l'ambiente è degradato e …
Il romanzo è pieno di acciaio. Ok, il lettore era stato avvisato con il titolo ma non pensavo ce ne fosse così tanto. Ok l'importanza della fabbrica nell'ecosistema sociale ma il fascino di tutto quell'acciaio dopo la novità delle prime pagine stufa. Invece il libro va avanti con descrizioni lunghissime e ripetitive dei forni e di tutto quello che ruota intorno alla lavorazione dell'acciaio. Ok, l'autrice ha dovuto documentarsi un sacco e giustamente doveva rientrare dello sforzo, ma dopo un po' anche basta.
Le protagoniste Anna e Francesca...a quanto pare ce l'hanno solo loro. In tutta la Toscana, le due più belle ragazze sono loro, non ce ne sono altre e tutti i maschi nessuno escluso hanno occhi solo per loro. E vai di descrizioni di sederi, seni, gambe... ma veramente? La bellezza non è un fatto oggettivo e non deriva solo dall'aspetto esteriore, ok che l'ambiente è degradato e che a quanto pare ci sono solo morti di f**a (ma siamo seri?) ma dipingere queste due come divinità assolute mi sembra eccessivo. Sarà incredibile per l'autrice ma esistono ragazze bellissime che non corrispondono ai canoni delle veline di striscia la notizia. Che palle...la bionda e la mora. Molto meglio sarebbe stato dare più spazio alla "sfigata" Lisa e alla sorella, ma forse servivano altre capacità.
La vicenda dell'11 Settembre sembra buttata lì un po' a casaccio...una cosa così complessa o non la si mette o se se decide di inserirla va contestualizzata meglio.
Il finale di cui non scriverò nulla si rivela assolutamente deludente, una rapida successione di eventi con troppe parti in sospeso e situazioni che non risultano credibili.
Peccato perché il cuore e l'idea della storia secondo me non erano niente male, insistere troppo sull'acciaio e sulle natiche delle protagoniste ha portato il romanzo lontano dal bel lavoro che avrebbe potuto essere.
Il romanzo è pieno di acciaio. Ok, il lettore era stato avvisato con il titolo ma non pensavo ce ne fosse così tanto. Ok l'importanza della fabbrica nell'ecosistema sociale ma il fascino di tutto quell'acciaio dopo la novità delle prime pagine stufa. Invece il libro va avanti con descrizioni lunghissime e ripetitive dei forni e di tutto quello che ruota intorno alla lavorazione dell'acciaio. Ok, l'autrice ha dovuto documentarsi un sacco e giustamente doveva rientrare dello sforzo, ma dopo un po' anche basta.
Le protagoniste Anna e Francesca...a quanto pare ce l'hanno solo loro. In tutta la Toscana, le due più belle ragazze sono loro, non ce ne sono altre e tutti i maschi nessuno escluso hanno occhi solo per loro. E vai di descrizioni di sederi, seni, gambe... ma veramente? La bellezza non è un fatto oggettivo e non deriva solo dall'aspetto esteriore, ok che l'ambiente è degradato e …
Il romanzo è pieno di acciaio. Ok, il lettore era stato avvisato con il titolo ma non pensavo ce ne fosse così tanto. Ok l'importanza della fabbrica nell'ecosistema sociale ma il fascino di tutto quell'acciaio dopo la novità delle prime pagine stufa. Invece il libro va avanti con descrizioni lunghissime e ripetitive dei forni e di tutto quello che ruota intorno alla lavorazione dell'acciaio. Ok, l'autrice ha dovuto documentarsi un sacco e giustamente doveva rientrare dello sforzo, ma dopo un po' anche basta.
Le protagoniste Anna e Francesca...a quanto pare ce l'hanno solo loro. In tutta la Toscana, le due più belle ragazze sono loro, non ce ne sono altre e tutti i maschi nessuno escluso hanno occhi solo per loro. E vai di descrizioni di sederi, seni, gambe... ma veramente? La bellezza non è un fatto oggettivo e non deriva solo dall'aspetto esteriore, ok che l'ambiente è degradato e che a quanto pare ci sono solo morti di f**a (ma siamo seri?) ma dipingere queste due come divinità assolute mi sembra eccessivo. Sarà incredibile per l'autrice ma esistono ragazze bellissime che non corrispondono ai canoni delle veline di striscia la notizia. Che palle...la bionda e la mora. Molto meglio sarebbe stato dare più spazio alla "sfigata" Lisa e alla sorella, ma forse servivano altre capacità.
La vicenda dell'11 Settembre sembra buttata lì un po' a casaccio...una cosa così complessa o non la si mette o se se decide di inserirla va contestualizzata meglio.
Il finale di cui non scriverò nulla si rivela assolutamente deludente, una rapida successione di eventi con troppe parti in sospeso e situazioni che non risultano credibili.
Peccato perché il cuore e l'idea della storia secondo me non erano niente male, insistere troppo sull'acciaio e sulle natiche delle protagoniste ha portato il romanzo lontano dal bel lavoro che avrebbe potuto essere.
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«La prospettiva che potesse essere tutto vero, che stessi davvero aiutando Marco nelle indagini sul caso di una ragazza scomparsa, …
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Una piccola cittadina di montagna. Tre morti misteriose. Un’indagine complicata per Gaetano Ravidà
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— Cena di classe di Alessandro Perissinotto, Piero d'Ettorre
Libro vincitore del Premio Strega 2021
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Cosa scrivere che non sia già stato scritto nelle recensioni di chi mi ha preceduto? Il Philip Roth de' noantri, il romanzo di formazione nel XX secolo, oppure la citazione “Troppe parole forbite, ragazzo mio, e non abbastanza verità” che riassume in modo estremo e necessariamente sommario l'intero romanzo? Personalmente trovo insopportabile il continuo e smodato utilizzo di termini desueti se non addirittura arcaici e comunque di uso assolutamente non comune e mi chiedo quale sia il fine: vuole forse l'autore manifestare la sua superiorità linguistica sul lettore? Prendersela con me perché ho fatto studi scientifici e non umanistici e vado in difficoltà con un lessico così costruito? Se mi capita un firmacopie gli chiedo come dedica l'equazione di Schrödinger, vediamo come se la cava. Ma nonostante questo il libro mi è piaciuto e ne consiglio la lettura perché anche se l'autore sembra tirarsela tantissimo (anche nelle parti in cui …
Cosa scrivere che non sia già stato scritto nelle recensioni di chi mi ha preceduto? Il Philip Roth de' noantri, il romanzo di formazione nel XX secolo, oppure la citazione “Troppe parole forbite, ragazzo mio, e non abbastanza verità” che riassume in modo estremo e necessariamente sommario l'intero romanzo? Personalmente trovo insopportabile il continuo e smodato utilizzo di termini desueti se non addirittura arcaici e comunque di uso assolutamente non comune e mi chiedo quale sia il fine: vuole forse l'autore manifestare la sua superiorità linguistica sul lettore? Prendersela con me perché ho fatto studi scientifici e non umanistici e vado in difficoltà con un lessico così costruito? Se mi capita un firmacopie gli chiedo come dedica l'equazione di Schrödinger, vediamo come se la cava. Ma nonostante questo il libro mi è piaciuto e ne consiglio la lettura perché anche se l'autore sembra tirarsela tantissimo (anche nelle parti in cui si rivolge direttamente al lettore per esempio) tutto il racconto è ricco di ironia e auto-ironia e la famosa citazione sembra essere, almeno per come l'ho interpretata io, una forte auto-critica. Mi sono affezionato al protagonista, un anti-eroe di cui non si scopre mai il nome e di cui purtroppo mancano 30 anni di vita: un po' la curiosità di sapere cosa sia successo tra i 20 ed i 50 mi è rimasta. Se comunque la tesi che l'autore voleva dimostrare è che l'esercizio del dare la colpa della propria infelicità agli altri è sbagliato mi sembra che le vicende vissute dal protagonista vadano nella direzione opposta: difficile non rimanere segnati da episodi cruenti o da routine che lentamente ti forgiano come può fare l'acqua persino con la roccia.