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sì, non l'avevo mai letto. non ne sentivo il bisogno. mi sono piaciuti tutti i noir che ho letto, ma ne ho letto pochi, perché non è proprio il mio genere. e oggi ho scoperto che tutti i noir che ho letto arrivano da qui. l'inglese, l'americano, il canadese, l'italiano, il francese, lo spagnolo - tutti hanno riscritto questo libro. che meraviglia. adesso mi chiedo se a sua volta questo libro si rifaccia a un più antico Noir Archetipico che, a questo punto, sarebbe l'opera più influente della narrativa moderna.

con "Il tempo è un bastardo" appena finito, stavolta non sono rimasta allibita dalla perfetta costruzione di questo libro e dall'empatia travolgente con i personaggi, perché me l'aspettavo. stavolta sono rimasta colpita dall'aspetto futuristico: Egan è riuscita a inserire una tecnologia sci-fi, deviando appena un angolo da quella presente, e immaginandone le conseguenze sociali e psichiche e antropologiche ed economiche così, con pochi accenni e nessuno spiegone.
è come un'incursione nel genere, o meglio, come un'incursione della fantascienza nella letteratura, simile a quanto ha fatto Yanagihara in "Verso il paradiso" (ma lì c'era la distopia, qui tutto rego).

"The Candy House" si legge anche senza aver letto "Il tempo è un bastardo", però è un peccato. anche in inglese è una lettura più che scorrevole, anzi dovermi soffermare su certe parole o costruzioni me le ha fatto apprezzare di più. Egan scoperta del 2023.

inizia molto bene. è giocoso e vivo. l'idea è ottima, le conseguenze meno. si ammoscia nella seconda parte, ma rimanendo piacevole.

sono molto affezionata a questo romanzo, perché è il primo e l'unico che mio papà mi abbia regalato di sua iniziativa, per il Natale dei miei undici anni. non è un fantasy: le avventure dei conigli sono plausibilissime, e l'invenzione risiede nella loro cultura e nelle loro storie (che peraltro si rifanno a quelle del Briccone divino e della Lepre africana). uno stile garbato, d'altri tempi, stempera l'epica con un sorriso british, e regala personaggi davvero indimenticabili (soprattutto per essere dei conigli).

io vorrei essere una tipa Iain M. Banks, ma in definitiva rimango una tipa Greg Egan.

lo volevo regalare ma poi mi sono detta ma aspetta un attimo ma lascia stare così me lo sono tenuto e l'ho riletto. ancora. forse è la mia graphic novel preferita, e non è un campionato facile.

molto carino. un po' blogger ma in un bel modo.

delizioso.

io però non volevo sapere. e ci ho messo dei giorni a finirlo, perché non volevo sapere.

mi è piaciuta la prima parte, la ricostruzione dei miti collettivi e delle dinamiche di un gruppo di bambini, ragazzine, adolescenti. ma è una metafora banale e mal costruita, un worldbuilding a cazzo di cane e una storia che non mi lascia nulla. chissà, l'avessi letto da piccola magari mi avrebbe convinta (not).

Ali Smith, ma tu chi sei? dove sei stata tutto questo tempo? vuoi essere la mia migliore amica?

stavolta, dato che era la terza, in inglese.
ho letto parecchio, dalla prima volta che ho scoperto Virginia Woolf (con questo libro). eppure, ancora penso che lei sia l'autrice più fenomenale del Novecento.
forse non la più importante, almeno in generale, dato che è unica, non ha cambiato il corso della letteratura, non ha eredi a parte Ian McEwan.
ma la più fenomenale, e per me comunque la più importante.