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Registrato 1 anno, 5 mesi fa

Torinese, vivo a Biella. Percorso di studio professionale e un po' tortuoso però interessante tra la fisica, i diritti umani e le relazioni personali.

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Carlo Greppi: Non restare indietro (Paperback, italiano language, 2016, Feltrinelli)

Quel lunedì di gennaio in cui Francesco, protetto solo dal cappuccio della sua felpa, sale …

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Credo che tramandare una delle pagine più tremende della nostra storia ai giovani sia una cosa parecchio complicata. Se un adolescente non avesse voglia di sentir parlare di qualcosa di molto triste, che è successo parecchio tempo prima che nascesse, non me la sentirei di dargli addosso. L'adolescenza è un periodo della vita già sufficientemente incasinato, senza dover pure fare i conti con quanto accaduto durante la Seconda Guerra Mondiale.

Eppure, è necessario, indispensabile, che i conti continuiamo a farli, con la Shoah e le altre grandi violenze di quegli anni. Adolescenti inclusi. Si tratta di trovare il modo. @Carlo Greppi un modo efficace l'ha trovato. Lo porta avanti, insieme ad altri, con l'associazione Deina -
www.deina.it/promemoria-auschwitz - e con l'attività di narratore.

«Non restare indietro» racconta di un adolescente e i suoi compagni che, grazie all'impegno di alcuni volontari che svolgono proprio un'attività come quella di Deina, prendono coscienza …

Carlo Greppi: Non restare indietro (Paperback, italiano language, 2016, Feltrinelli)

Quel lunedì di gennaio in cui Francesco, protetto solo dal cappuccio della sua felpa, sale …

Review of 'Non restare indietro' on 'Goodreads'

Credo che tramandare una delle pagine più tremende della nostra storia ai giovani sia una cosa parecchio complicata. Se un adolescente non avesse voglia di sentir parlare di qualcosa di molto triste, che è successo parecchio tempo prima che nascesse, non me la sentirei di dargli addosso. L'adolescenza è un periodo della vita già sufficientemente incasinato, senza dover pure fare i conti con quanto accaduto durante la Seconda Guerra Mondiale.

Eppure, è necessario, indispensabile, che i conti continuiamo a farli, con la Shoah e le altre grandi violenze di quegli anni. Adolescenti inclusi. Si tratta di trovare il modo. @Carlo Greppi un modo efficace l'ha trovato. Lo porta avanti, insieme ad altri, con l'associazione Deina -
www.deina.it/promemoria-auschwitz - e con l'attività di narratore.

«Non restare indietro» racconta di un adolescente e i suoi compagni che, grazie all'impegno di alcuni volontari che svolgono proprio un'attività come quella di Deina, prendono coscienza …

Review of 'Shoah, Ruanda' on 'Goodreads'

Una riflessione, a mò di glossario, tra due grandi tragedie dal secolo passato. A guidare tutto il testo, una convinzione: il genocidio è accaduto in contesti dove, tutto sommato, non ce lo si poteva aspettare. E lo stesso potrebbe accadere in futuro.

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Una riflessione, a mò di glossario, tra due grandi tragedie dal secolo passato. A guidare tutto il testo, una convinzione: il genocidio è accaduto in contesti dove, tutto sommato, non ce lo si poteva aspettare. E lo stesso potrebbe accadere in futuro.

Silvia Cavicchioli: Anita (Italian language, 2017, Giulio Einaudi editore, Einaudi)

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Faccio spoiler: Anita muore giovane, muore presto in questa storia. Che però, anche dopo la sua morte, resta una grande storia. Lei è diventata famosa - inutile negarlo - perché moglie e folle amore di uno degli uomini più celebrati dell'800 (e mi sa non solo). Ma lei, Giuseppe Garibaldi, lo guardava negli occhi, da pari. E se riusciva a non sentirsi inferiore a uno dei più grandi uomini di sempre, figuriamoci come avrebbe considerato i quaquaraquà del fascismo. Sì, perché una delle cose che colpisce, del mito di Anita, è che sia stato celebrato in pompa magna dal Duce e dai suoi scagnozzi. Solo che, almeno a me così piace pensare, Anita Garibaldi, Benito Mussolini - che pensava alle donne in maniera diciamo 'riduttiva' - l'avrebbe fatto correre a pedate.

Silvia Cavicchioli: Anita (Italian language, 2017, Giulio Einaudi editore, Einaudi)

Review of 'Anita' on 'Goodreads'

Faccio spoiler: Anita muore giovane, muore presto in questa storia. Che però, anche dopo la sua morte, resta una grande storia. Lei è diventata famosa - inutile negarlo - perché moglie e folle amore di uno degli uomini più celebrati dell'800 (e mi sa non solo). Ma lei, Giuseppe Garibaldi, lo guardava negli occhi, da pari. E se riusciva a non sentirsi inferiore a uno dei più grandi uomini di sempre, figuriamoci come avrebbe considerato i quaquaraquà del fascismo. Sì, perché una delle cose che colpisce, del mito di Anita, è che sia stato celebrato in pompa magna dal Duce e dai suoi scagnozzi. Solo che, almeno a me così piace pensare, Anita Garibaldi, Benito Mussolini - che pensava alle donne in maniera diciamo 'riduttiva' - l'avrebbe fatto correre a pedate.

Review of "Stai zitta e va' in cucina" on 'Goodreads'

Che il nostro paese sia messo molto male, nel rapporto donne-politica, è fatto noto. Secondo il World Economic Forum, siamo dietro a Bangladesh, Mozambico, Bulgaria e Costarica. Ma fa comunque impressione leggere questa raccolta di atteggiamenti maschilisti manifestati dalla classe politica italiana. E chi pensa che sia solo la destra, a soffrire di questa malattia, il maschilismo, si sbaglia. Ne sono stati affetti - e ne sono tuttora - a destra, a sinistra, al centro.

Fa impressione anche vedere quanto maschilismo ci sia stato tra coloro che hanno scritto quella che ad alcuni piace definire "la Costituzione più bella del mondo". Costituzione che, proprio per un soffio, non ha sancito nero su bianco la discriminazione di genere.

Insomma, non sono solo personaggi dall'atteggiamento un po' triviale come Berlusconi o Giovanardi, a dar libero sfogo ai propri istinti maschilisti. Lo fa, seppur in modo meno pesante, anche Bersani e ci scivola …