The Gib ha finito di leggere Zen e multiversi di Anthony Aguirre
Zen e multiversi di Anthony Aguirre
Tramite oltre cinquanta koan, stimolanti paradossi della tradizione zen, Anthony Aguirre, fisico di primo piano, conduce il lettore in un …
In passato divoratore di fantascienza e saggistica scientifica. Attualmente mi interessano soprattutto saggi di spiritualità, metafisica, retorica... ma se arriva una bella storia di fantascienza, le faccio spazio.
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Completato! The Gib ha letto 18 di 12 libri.
Tramite oltre cinquanta koan, stimolanti paradossi della tradizione zen, Anthony Aguirre, fisico di primo piano, conduce il lettore in un …
Difficile aggiungere qualcosa al romanzo di Buzzati. Libro e film sono sepolti nella mia memoria di 40 anni fa, ma certe immagini (evocate oppure osservate) e certe sensazioni sono comunque presenti e richiamabili. Come ben spiegato nella prefazione, il mezzo fumetto si pone a metà strada tra scritto e cinema, permettendoci di gustare immagini "da leggere" con la calma e dedizione necessarie, potendo facilmente soffermarsi e/o tornare su frammenti già passati. Lo stile di scrittura riprende quello del romanzo, lo stile delle immagini si mantiene rarefatto ed in un certo senso "abbagliante", riuscendo ad evocare proprio le atmosfere ampie ma introspettive del romanzo. Esperimento riuscito? Senza dubbio! Produzione necessaria? Forse per introdurre all'opera con mezzi e ritmi attuali, senza dimenticare che il "ritmo" di quest'opera non può essere accellerato a piacimento. Per quanto mi riguarda risulta un suggello alle precedenti versioni, oggetto d'interesse in quanto appassionato di fumetti.
Capolavoro della letteratura novecentesca, Il deserto dei tartari si veste di nuvole parlanti, in un'edizione che celebra le atmosfere realistico-fantastiche …
Ci sono storie necessarie: magari dolorose, addirittura strazianti, ma necessarie. Forse indispensabili. Non tanto, e comunque non solo, per chi le racconta, ma soprattutto che chi le legge.
— Non volevo vedere di Fernanda Flamigni, Tiziano Storai (Pagina 13)
Recensire o commentare questa storia, almeno per me, non è possibile... non ci riesco, perché una cosa è leggere una notizia di cronaca o discuterne con conoscenti, un'altra è seguirne lo svolgimento trattenendo sia le lacrime sia la consapevolezza di aver conosciuto l'autrice.
Posso solo citare l'inizio della presentazione, una riflessione di Lella Costa nella quale mi ritrovo perfettamente.
Trieste, marzo 1989. Due giovani universitari si incontrano durante l'occupazione della facoltà. Si innamorano, si fidanzano, si sposano... ma lui …
Fede (e di conseguenza religione) sono concetti (e scelte) che non appartengono alla scienza. Non si arriva alla fede dalla scienza; si può osservare la scienza dal punto di vista della fede, ma sono comunque due ambiti separati: yt.artemislena.eu/watch?v=82Mon1bi1cE Ecco il "mantra" che va ripetuto nell'affrontare questo libro.
Perché il dimostrare che la scienza non è più lo spauracchio in mano ai materialisti per terrorizzare i credenti, o che molti (troppi) indizi da vari campi dello scibile umano fanno sospettare (o quantomeno ammettono come ipotesi non improbabile) la presenza di un principio creatore, potrebbe ubriacare un lettore impreparato.
Chiarito questo, per me ottima lettura ed occasione di aggiornamento+approfondimento sulle ultime scoperte/direzioni/aperture di scienza&filosofia&storia, che rimettono in campo la cosiddetta "ipotesi Dio"; ed uso la lettera maiuscola non per strizzare l'occhio ad una religione in particolare, ma per sgomberare il campo dall'illusione che qui si possa parlare di una divinità-demiurgo non …
Fede (e di conseguenza religione) sono concetti (e scelte) che non appartengono alla scienza. Non si arriva alla fede dalla scienza; si può osservare la scienza dal punto di vista della fede, ma sono comunque due ambiti separati: yt.artemislena.eu/watch?v=82Mon1bi1cE Ecco il "mantra" che va ripetuto nell'affrontare questo libro.
Perché il dimostrare che la scienza non è più lo spauracchio in mano ai materialisti per terrorizzare i credenti, o che molti (troppi) indizi da vari campi dello scibile umano fanno sospettare (o quantomeno ammettono come ipotesi non improbabile) la presenza di un principio creatore, potrebbe ubriacare un lettore impreparato.
Chiarito questo, per me ottima lettura ed occasione di aggiornamento+approfondimento sulle ultime scoperte/direzioni/aperture di scienza&filosofia&storia, che rimettono in campo la cosiddetta "ipotesi Dio"; ed uso la lettera maiuscola non per strizzare l'occhio ad una religione in particolare, ma per sgomberare il campo dall'illusione che qui si possa parlare di una divinità-demiurgo non assoluta.
Assolutamente da leggere, e non voglio fare anticipazioni su alcuna delle sezioni dell'opera: non fatevi spaventare o allontanare dal titolo altisonante, ed immergetevi in questo saggio. Starà a voi, alla fine, valutare "dove" Vi ha portato.
Una piccola critica: a mio parere vengono tralasciate o sminuite alcune posizioni, per indirizzare (almeno apparentemente) il lettore verso specifiche teologie; non era necessario, era invece più che sufficiente fare luce sulla solidità dell'ipotesi di un principio creatore (scientifica, filosofica in quanto metafisica, storica), affinché il lettore potesse poi autonomamente astrarre, bontà sua, un percorso spirituale.
A scuola ti insegnano felice - triste - arrabbiato.
Il senso di colpa non te lo spiega nessuno.
Questa volta Zerocalcare osa scavare nella propria famiglia, con una storia che risale sino alla 1a guerra mondiale e riscende alla sua fanciullezza ed alla separazione dei genitori. Coprotagonista il padre e, a poco a poco, le generazioni precedenti di "padri". Come sempre a cavallo tra introspezione, riflessione, umorismo mai fine a se stesso, Zerocalcare si conferma una scommessa sicura, anzi una certezza, negli acquisti di romanzi a fumetti.
In discipline diverse dalla fisica e dall'ingegneria si è creduto che i calcolatori potessero ovviare alla padronanza elementare dell'approccio quantitativo alla realtà: di converso, ingegneri e fisici si lanciano ogni giorno in esercizi numerici che ignorano anche le basi della realtà fisica cui si vorrebbe applicarli, non appena escono dal proprio specifico ambito di competenza. In entrambi i casi, è difficile che si rifletta su ciò che si sta facendo, perché mancano le coordinate mentali necessarie; coordinate che epistemologia, un minimo comune di matematica, probabilità e scienze della vita fornivano invece ad una maggioranza -non a un'esigua minoranza- di componenti della comunità scientifica del secolo scorso. Del resto, come si può rimproverare chi nel mondo scientifico odierno non ha il tempo di studiare altro che quello che gli serve a pubblicare presto e "bene" (ovvero su riviste stimate) nell'ambito della sua disciplina?
— Cattivi scienziati di Enrico Bucci (Pagina 169 - 170)
Il saggio si legge bene e velocemente; chiaro, preciso, inequivocabile. L'unico rischio è che diventi "elemento da sventolare" per gente come i NoVax, nonostante al suo interno si racconti proprio di casi esemplari come quello di Andrew Wakefield; ma per saperlo bisognerebbe averlo letto prima di citarlo ;)
Fa bene ricordare che i furboni ci sono anche nel "salotto buono" della Scienza; fa bene essere consapevoli che un titolone acchiappaclick su un quotidiano qualsiasi o su FacciaLibro, anche se rimbalza un articolo scientifico, non è la Verità Assoluta discesa dal cielo, se non ha passato le forche caudine dei controllori addetti e dei debunker specifici (come l'autore stesso).
Usare la testa, avere pazienza, mantenere la calma. Anche mentre si legge di neutrini superluminali.
Il metodo scientifico è indubbiamente una delle risorse più raffinate di cui gli scienziati dispongono per fornire indicazioni utili alla …
Il metodo scientifico è indubbiamente una delle risorse più raffinate di cui gli scienziati dispongono per fornire indicazioni utili alla …
Libro di non facile lettura; il che non è strano, essendo un saggio su un argomento non proprio colloquiale, e scritto da una persona la cui caratura e conoscenza dei contenuti sono evidenti sin dall'inizio.
Ho trovato molto pesante la prima parte, che presenta e spiega sia genesi storico-geografica, sia fondamenti principali, della religione-filosofia buddista. D'altro canto, visto lo scopo del saggio, e visto che appunto non si tratta di argomenti che ascoltiamo tutti i giorni alla radio, posso solo dire che ne valeva la pena. Ineccepibile la seconda parte, dove si delinea con ricchezza di dettagli ed opportuni confronti il percorso che porta a definire un'etica buddista. Ho scritto "una" perché, come ottimamente spiegato dall'autore, i "canoni" del buddismo sono più di uno; ed io non so se lo stesso identico percorso sia fattibile/accettabile da altri punti di vista. La lettura ha effettivamente allargato le mie conoscenze, mi ha …
Libro di non facile lettura; il che non è strano, essendo un saggio su un argomento non proprio colloquiale, e scritto da una persona la cui caratura e conoscenza dei contenuti sono evidenti sin dall'inizio.
Ho trovato molto pesante la prima parte, che presenta e spiega sia genesi storico-geografica, sia fondamenti principali, della religione-filosofia buddista. D'altro canto, visto lo scopo del saggio, e visto che appunto non si tratta di argomenti che ascoltiamo tutti i giorni alla radio, posso solo dire che ne valeva la pena. Ineccepibile la seconda parte, dove si delinea con ricchezza di dettagli ed opportuni confronti il percorso che porta a definire un'etica buddista. Ho scritto "una" perché, come ottimamente spiegato dall'autore, i "canoni" del buddismo sono più di uno; ed io non so se lo stesso identico percorso sia fattibile/accettabile da altri punti di vista. La lettura ha effettivamente allargato le mie conoscenze, mi ha fornito ottimi spunti di riflessione ed approfondimento, mi ha pure regalato stupende citazioni, non solo propriamente buddiste. Come bonus mi ha fatto capire che ci sono molte similitudini, per quanto riguarda il "percorso terreno", tra buddismo e cristianesimo; tralasciando, come diceva una vecchia famosa pubblicità, la testa e la coda; cioè i principi e lo scopo finale; e lasciando solo il... cuore ;) Se devo trovare un difetto, per me sta nel puntiglio di alcuni approfondimenti di confronto con altre religioni/filosofie, per le quali ho l'impressione che l'autore, pur mantenendo una letterale obiettività, si sforzi di inclinare il lettore nella direzione da lui voluta. Lettura consigliatissima ai curiosi, alle persone dubbiose sulla costruzione di etiche diverse dalla propria, o semplicemente per apprezzare una storia, una letteratura, una filosofia ancora non correttamente "digerite" nel mondo occidentale.
L’etica buddhista ha punti di contatto significativi con alcuni momenti dell’etica occidentale (il particolare lo Stoicismo e Spinoza), ma se …
Chi cerchi le radici viventi del pensiero, trova il Divino: la via vera della meditazione, o della preghiera. In verità, l'ascesi più reale, perché più nuova, perché più antica, passa per il pensiero. Un asceta che non vede questo, è un asceta che dorme.
— Trattato del pensiero vivente di Massimo Scaligero (Pagina 119)