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Cixin Liu, Liu Cixin: Nella quarta dimensione (Paperback, Italiano language, 2018, Mondadori) 4 stelle

A mezzo secolo dall'Ultima Battaglia sembra essersi creato un equilibrio tra terrestri e Trisolariani: i …

Review of 'Nella quarta dimensione' on 'Goodreads'

3 stelle

Forse sono io, ma nel terzo libro si esagera un po'. Balzi nel futuro sempre più audaci, ed eventi catastrofici che lasciano tracce sempre più superficiali, almeno nella lettrice che a un certo punto non si stupisce più di nulla (e meno male, perché accade di tutto, ma veramente di tutto).
L'altra debolezza del libro, ma della saga in sé solo che nella descrizione di società del futuro si mostra di più qui, è una bassa immaginazione sociologica dell'autore. Già nel fatto che i ruoli di genere rimangano binari (e molto stereotipati, il femminile materno e sensibile e il maschile forte e determinato, quindi al massimo gli uomini "si femminilizzano" come sintomo di infantilizzazione e decadenza di una civiltà), e che non ci sia una donna in posizione rilevante mai: c'è una scienziata straordinaria nel primo libro e c'è l'inspiegabile Cheng nel terzo, sono presidenti due donne ma con un ruolo molto "anziana del villaggio", per il resto tutti uomini. Ma benché enorme, non è quello che mi ha colpita: è proprio l'incapacità di immaginare la diversità, in tutto tranne che negli artefatti spaziali, un po' nell'architettura, ma in niente nel pensiero filosofico e umanistico. In un secolo abbiamo visto frame concettuali (ideologie, narrazioni, religioni, ideali) emergere, dominare incontrastati e venire dimenticati. Abbiamo dovuto cambiare il linguaggio perché le parole che avevamo indicavano concetti non più esistenti e c'erano dei nuovi concetti per cui trovare parole. E secondo Cixin Liu tra duecento, tra quattrocento anni, dopo un contatto alieno, dopo il Grande Baratro, dopo la foresta oscura, l'umanità sarà identica a noi oggi? Pensa di cavarsela con "umori della folla" e variazione nelle mode per esprimere la differenza che passa tra un essere umano di oggi, di quattrocento anni fa, tra quattrocento anni?
Bello è bello, l'ho letto in due giorni, figurarsi, e avvincente. Ma avrebbe potuto essere molto di più.