Stefano Zanardi ha iniziato a leggere La torre di Myung-hoon Bae
La torre di Myung-hoon Bae
Le sei storie interconnesse che compongono La Torre si svolgono in un grattacielo di 674 piani chiamato Beanstalk, uno Stato …
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Completato! Stefano Zanardi ha letto 17 di 12 libri.
Le sei storie interconnesse che compongono La Torre si svolgono in un grattacielo di 674 piani chiamato Beanstalk, uno Stato …
John Freeman, critico letterario e poeta, si è inventato questa particolarissima rivista che porta il suo nome. Freeman raccoglie autori da tutto il mondo e confeziona una raccolta di scritti diversissimi per genere, stile, contenuti. In questo numero, che risulta essere l'ultimo, il fil rouge sono le "conclusioni". Troviamo racconti (intimi, di fantascienza, autobiografici) aforismi, poesie, reportage, sketch, impressioni, tutti accomunati da qualcosa che si chiude e talora qualcos'altro che si apre. Ed è proprio questa eterogeneità che mi ha catturato e affascinato. Ogni scritto ha una forza sua propria che invita il lettore a soffermarsi per riflettere ed eventualmente interiorizzare quanto ogni singolo autore propone. Consigliatissimo per chi vuole trovare stimoli di riflessione sul senso del vivere.
Da sempre sono attratto e incuriosito dalla (apparente?) dicotomia tra scienza e fede, tra indagabile e inesprimibile. Temi che ora ritrovo in questo romanzo di fantascienza. Il quadro generale è presto tracciato: c'è una Zona, un ampio territorio, che a seguito di una Visita aliena presenta anomalie di ogni genere, perlopiù pericolose e nocive per l'uomo. Gli Stalker entrano ed escono dalla Zona trafugando oggetti dalle proprietà insolite, i più lasciandoci la pelle. Gli scienziati invece studiano i fenomeni e ipotizzano spiegazioni. Di fronte al mistero e all'inconosciuto quindi due atteggiamenti: uno più pragmatico e uno più speculativo. Nessuno dei quali atto a "spiegare" fino in fondo ciò che si ha di fronte. Detto ciò, dentro questo quadro si muovono personaggi e si intrecciano storie a creare uno dei più classici romanzi di fantascienza. La lettura è scorrevole e avvincente. A margine non si può non accennare al capolavoro cinematografico …
Da sempre sono attratto e incuriosito dalla (apparente?) dicotomia tra scienza e fede, tra indagabile e inesprimibile. Temi che ora ritrovo in questo romanzo di fantascienza. Il quadro generale è presto tracciato: c'è una Zona, un ampio territorio, che a seguito di una Visita aliena presenta anomalie di ogni genere, perlopiù pericolose e nocive per l'uomo. Gli Stalker entrano ed escono dalla Zona trafugando oggetti dalle proprietà insolite, i più lasciandoci la pelle. Gli scienziati invece studiano i fenomeni e ipotizzano spiegazioni. Di fronte al mistero e all'inconosciuto quindi due atteggiamenti: uno più pragmatico e uno più speculativo. Nessuno dei quali atto a "spiegare" fino in fondo ciò che si ha di fronte. Detto ciò, dentro questo quadro si muovono personaggi e si intrecciano storie a creare uno dei più classici romanzi di fantascienza. La lettura è scorrevole e avvincente. A margine non si può non accennare al capolavoro cinematografico che ne ha tratto Tarkovskij. Vidi il film tantissimi anni fa e dal vago ricordo che ne ho oserei dire che solo alcuni aspetti del romanzo sono finiti sulla pellicola.
Forse l’unica sua certezza risiede nel fatto che qui si parla di uova. Per il resto è un po’ come …
Questo libretto, apparentemente innocuo, acquistato a metà prezzo dal Libraccio, mi ha riservato due sorprese. La prima: le pagine erano ancora chiuse e ho dovuto tagliarle una ad una. La seconda: l'argomento che sembrava futile, se non addirittura ridicolo, si è rivelato alquanto profondo e fonte di alcune interessanti scoperte e altrettante riflessioni. Ne cito solamente una. Riguarda una diversa interpretazione del famoso monologo di Amleto. Secondo questa idea il personaggio shakespeariano avrebbe dovuto reggere in mano non un teschio, bensì un uovo. In tal caso le sue parole non sarebbero tanto una riflessione sulla morte quanto piuttosto il dubbio se accettare o meno di sottostare alle finzioni imposte dal vivere alla corte reale (o anche dal vivere tout court). (Cito dal testo): «Per questo dico che con un uovo in mano, per non dire in tasca, la questione prenderebbe tutt'altra luce: perché non si dà il caso che un …
Questo libretto, apparentemente innocuo, acquistato a metà prezzo dal Libraccio, mi ha riservato due sorprese. La prima: le pagine erano ancora chiuse e ho dovuto tagliarle una ad una. La seconda: l'argomento che sembrava futile, se non addirittura ridicolo, si è rivelato alquanto profondo e fonte di alcune interessanti scoperte e altrettante riflessioni. Ne cito solamente una. Riguarda una diversa interpretazione del famoso monologo di Amleto. Secondo questa idea il personaggio shakespeariano avrebbe dovuto reggere in mano non un teschio, bensì un uovo. In tal caso le sue parole non sarebbero tanto una riflessione sulla morte quanto piuttosto il dubbio se accettare o meno di sottostare alle finzioni imposte dal vivere alla corte reale (o anche dal vivere tout court). (Cito dal testo): «Per questo dico che con un uovo in mano, per non dire in tasca, la questione prenderebbe tutt'altra luce: perché non si dà il caso che un uovo non sia quello che è. [...] Un uovo è un uovo. E dovunque lo metti, fa sentire prepotentemente la sua presenza. Ma nello stesso tempo un uovo non è mai quello che avrebbe dovuto essere, cioè se stesso, un pulcino. Così, almeno per quello che lo riguarda, l'uovo è e non è allo stesso tempo. Può recitare la sua parte essendo la perfetta rappresentazione di se stesso, sottraendosi però all'ignobile finzione spettacolare del sembrare». Insomma un libretto molto interessante, che per certi versi rinnega la collana cui appartiene, cioè la "Piccola Collana Di Letteratura Inutile" e per altri si configura esso stesso come simulacro e allusione a cioè che dentro vi si narra. Vale a dire un libro chiuso (le pagine da tagliare), e al contempo gustoso e nutriente. Come un uovo.
Forse l’unica sua certezza risiede nel fatto che qui si parla di uova. Per il resto è un po’ come …
Non conoscevo Merritt. Comprai il libro fidandomi della collana di letteratura fantastica che già conoscevo. Non so cosa mi aspettassi, ma ne sono rimasto piacevolmente sorpreso. Si tratta di una storia che parte da un assunto fantascientifico, ma poi si sviluppa nell'ambito del fantastico. Più precisamente nel fantastico a tema mitologico. Non dirò nulla della trama (non potrei fare meglio di quanto riportato nel risvolto di copertina). Sottolineo però la qualità dei due saggi critici a corredo del volume che aiutano il lettore a meglio penetrare i temi espressi nel romanzo.
John Kenton, appena tornato a New York dall’esperienza devastante della Prima guerra mondiale, riceve uno strano oggetto rinvenuto durante una …
John Kenton, appena tornato a New York dall’esperienza devastante della Prima guerra mondiale, riceve uno strano oggetto rinvenuto durante una …
“Avevo immaginato una sorta di novella sul miracolo della rigenerazione e dell’eterna giovinezza… Immaginare, è dir poco. Per più giorni …
“Avevo immaginato una sorta di novella sul miracolo della rigenerazione e dell’eterna giovinezza… Immaginare, è dir poco. Per più giorni …
“Avevo immaginato una sorta di novella sul miracolo della rigenerazione e dell’eterna giovinezza… Immaginare, è dir poco. Per più giorni …