L'alba di tutto - BookWyrm.it

Copertina rigida, 752 pagine

lingua Italiano

Pubblicato il 31 Gennaio 2022 da Rizzoli.

ISBN:: 978-88-17-15882-4

(2 recensioni)

Da dove nascono la guerra, l'avidità, lo sfruttamento, l'insensibilità alle sofferenze altrui? E qual è l'origine della disuguaglianza, ormai riconosciuta come uno dei problemi più drammatici e radicati del nostro tempo? Da secoli, le risposte a queste domande si limitano a rielaborare le visioni contrapposte dei due padri della filosofia politica: Jean-Jacques Rousseau e Thomas Hobbes. Stando al primo, per la maggior parte della loro esistenza gli esseri umani hanno vissuto in minuscoli gruppi ugualitari di cacciatori-raccoglitori. A un certo punto, però, a incrinare quel quadro idilliaco è arrivata l'agricoltura, che ha portato alla nascita della proprietà privata. Poi sono apparse le città, e con esse si è affermata l'organizzazione fortemente gerarchica di quella che chiamiamo «civiltà». Per Hobbes, al contrario, la necessità di imporre un rigido ordine sociale si è imposta per contenere la natura individualista e violenta dell'essere umano, altrimenti sarebbe stato impossibile progredire organizzandosi in grandi gruppi. …

Da dove nascono la guerra, l'avidità, lo sfruttamento, l'insensibilità alle sofferenze altrui? E qual è l'origine della disuguaglianza, ormai riconosciuta come uno dei problemi più drammatici e radicati del nostro tempo? Da secoli, le risposte a queste domande si limitano a rielaborare le visioni contrapposte dei due padri della filosofia politica: Jean-Jacques Rousseau e Thomas Hobbes. Stando al primo, per la maggior parte della loro esistenza gli esseri umani hanno vissuto in minuscoli gruppi ugualitari di cacciatori-raccoglitori. A un certo punto, però, a incrinare quel quadro idilliaco è arrivata l'agricoltura, che ha portato alla nascita della proprietà privata. Poi sono apparse le città, e con esse si è affermata l'organizzazione fortemente gerarchica di quella che chiamiamo «civiltà». Per Hobbes, al contrario, la necessità di imporre un rigido ordine sociale si è imposta per contenere la natura individualista e violenta dell'essere umano, altrimenti sarebbe stato impossibile progredire organizzandosi in grandi gruppi. Quasi tutti conoscono queste due storie alternative, almeno nelle loro linee generali: riassumono le idee più diffuse sulla storia dell'umanità e la sua evoluzione, e hanno contribuito a definire la nostra visione del mondo. Ma pongono anche un problema: entrambe dipingono la disuguaglianza come una tragica necessità; un elemento che non potremo mai cancellare del tutto, in quanto intrinsecamente legato al vivere comune. Una visione che non convince affatto gli autori di questo libro, decisi a gettare nuova luce sul passato della nostra specie. In una sintesi tanto meticolosa quanto di largo respiro, che coniuga i risultati delle ricerche storiche e archeologiche più recenti al contributo di pensatori provenienti da culture diverse da quella occidentale, il sociologo David Graeber e l'archeologo David Wengrow ci raccontano una storia diversa – più articolata e ricca di chiaroscuri – dell'evoluzione sociale dell'Homo sapiens. Una storia illuminante e attendibile, dalla quale ripartire per provare a immaginare un futuro diverso.

3 edizioni

loppear ha recensito The Dawn of Everything di David Graeber

weakens under closer inspection

3 stelle

Wide-ranging on themes of pre-history and archeological evidence for alternative social organization., a rich history of creative perspectives on human relations. Many of the arguments are compelling for non-domination, non-hierarchical societies and rejecting a still-common "myth of progress", "stages of social evolution", or that social inequality is an inevitable or inherent outcome of agriculture or urbanism or social complexity. Instead they find our societal problems in violence, patriarchy, and domination, and point us to look at the margins of history and society for answers.

Upon digging in to most of the areas discussed, looking to cited sources and other current experts in a topic, much of what is presented as novel or based in new evidence gets weaker, unsupported conjecture, or misrepresentation. It took me a while to write this review as it took me a while to become comfortable with this disappointment. There is just too much too broad …

Wide-ranging on themes of pre-history and archeological evidence for alternative social organization., a rich history of creative perspectives on human relations. Many of the arguments are compelling for non-domination, non-hierarchical societies and rejecting a still-common "myth of progress", "stages of social evolution", or that social inequality is an inevitable or inherent outcome of agriculture or urbanism or social complexity. Instead they find our societal problems in violence, patriarchy, and domination, and point us to look at the margins of history and society for answers.

Upon digging in to most of the areas discussed, looking to cited sources and other current experts in a topic, much of what is presented as novel or based in new evidence gets weaker, unsupported conjecture, or misrepresentation. It took me a while to write this review as it took me a while to become comfortable with this disappointment. There is just too much too broad in an attempt to stretch their exploration of what we don't know into a call for social creativity.

I highly recommend James C Scott's "Against The Grain" as a much briefer and tighter treatise on the strongest element of this story, that the modern archeological evidence argues against state hierarchy and exploitation inevitably arising from agriculture and sedentism.

ireneerre ha recensito L'alba di tutto di David Graeber

Review of "L'alba di tutto" on 'Goodreads'

4 stelle

Tonnellate di libri di antropologia, di archeologia e di pensiero politico danno modo agli autori di dimostrare che
a) l'Illuminismo è stato influenzato dal pensiero indigeno dei colonizzati,
b) il discorso Armi acciaio malattie / Da animali a dèi di un percorso obbligato verso la schiavitù dall'agricoltura e la gerarchia non ha basi storiche: la gente ha spesso fatto mezzo e mezzo, avanti e indietro, e non siamo in un film di Carpenter,
c) l'essere umano è sempre stato capace di fare politica: di scegliere un modo di stare con gli altri, imitarne uno, differenziarsi dall'altro, imparare dal passato per fare tutto il contrario,
d) città enormi sono state organizzate su basi sociali le più diverse, non per forza con gerarchia, non per forza con dominio.
Non è un libro facile (è molto lungo e inizia molto lentamente), non lo consiglio a chi non sia appassionata di archeologia e di …

Tonnellate di libri di antropologia, di archeologia e di pensiero politico danno modo agli autori di dimostrare che
a) l'Illuminismo è stato influenzato dal pensiero indigeno dei colonizzati,
b) il discorso Armi acciaio malattie / Da animali a dèi di un percorso obbligato verso la schiavitù dall'agricoltura e la gerarchia non ha basi storiche: la gente ha spesso fatto mezzo e mezzo, avanti e indietro, e non siamo in un film di Carpenter,
c) l'essere umano è sempre stato capace di fare politica: di scegliere un modo di stare con gli altri, imitarne uno, differenziarsi dall'altro, imparare dal passato per fare tutto il contrario,
d) città enormi sono state organizzate su basi sociali le più diverse, non per forza con gerarchia, non per forza con dominio.
Non è un libro facile (è molto lungo e inizia molto lentamente), non lo consiglio a chi non sia appassionata di archeologia e di antropologia. Peccato per non aver messo tante più mappe (per le foto non importa, c'è internet). Consiglio ebook per leggere meglio le note, la metà sono da leggere.
David Graeber, uno dei due autori, è morto nel 2020. Era l'autore di "Debito: i primi 5000 anni" e "Bullshit Jobs", era un attivista, era un anarchico, è mancherà.