Accabadora

Copertina rigida, 164 pagine

lingua Italiano

Pubblicato il 01 Dicembre 2009 da Mondolibri.

Maria e Tzia Bonaria vivono come madre e figlia, ma la loro intesa ha il valore speciale delle cose che si sono scelte. La vecchia sarta ha visto Maria rubacchiare in un negozio, e siccome nessuno la guardava ha pensato di prenderla con sé, perché «le colpe, come le persone, iniziano a esistere se qualcuno se ne accorge». E adesso avrà molto da insegnare a quella bambina cocciuta e sola: come cucire le asole, come armarsi per le guerre che l'aspettano, come imparare l'umiltà di accogliere sia la vita sia la morte. D'altra parte, «non c'è nessun vivo che arrivi al suo giorno senza aver avuto padri e madri a ogni angolo di strada». Perché Maria sia finita a vivere in casa di Bonaria Urrai, è un mistero che a Soreni si fa fatica a comprendere. La vecchia e la bambina camminano per le strade del paese seguite da uno …

2 edizioni

Recensione di Accabadora (in precedenza su Goodreads)

"Acabar", in spagnolo, significa finire. E in sardo "accabadora" è colei che finisce. Agli occhi della comunità il suo non è il gesto di un'assassina, ma quello amorevole e pietoso di chi aiuta il destino a compiersi. È lei l'ultima madre. Maria e Tzia Bonaria vivono come madre e figlia, ma la loro intesa ha il valore speciale delle cose che si sono scelte. La vecchia sarta ha visto Maria rubacchiare in un negozio, e siccome nessuno la guardava ha pensato di prenderla con sé, perché "le colpe, come le persone, iniziano a esistere se qualcuno se ne accorge". E adesso avrà molto da insegnare a quella bambina cocciuta e sola: come cucire le asole, come armarsi per le guerre che l'aspettano, come imparare l'umiltà di accogliere sia la vita sia la morte. D'altra parte, "non c'è nessun vivo che arrivi al suo giorno senza aver avuto padri e madri …

Review of 'Accabadora' on 'Goodreads'

Davvero bello, di lettura veloce, umano, fa riflettere sul tema dell'eutanasia senza dare risposte secche o tesi, lasciando al lettore la decisione di cosa sia più giusto, sicuramente da leggere

None

Uno spaccato di storia sarda degli anni '50. Un popolo con le sue tradizioni, così diverso dal "continente", perchè "la Sardegna non è l'Italia, c'è di mezzo il mare".
Una storia di morte, ma anche di vita e di amore, di pietà e coraggio.
Ottimo anche lo stile della scrittrice, semplice e diretto.
Complimenti alla Murgia.

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