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Jean Giono: L'uomo che piantava gli alberi (Italian language)

Erano dei selvaggi, si odiavano, vivevano di caccia con le trappole; più o meno erano nello stato fisico e morale degli uomini preistorici.

L'uomo che piantava gli alberi di  (Pagina 37 - 38)

Menzione di supposto stato di natura bruta di "selvaggi" per abitanti locali rimasti, perché pochi e con pochi mezzi. Ancora una volta un immaginario derivato da "grand narratives" della socio-cultura contemporanea, a cui neppure un autore che la avversa profondamente sembra essere immune e anzi la dà per assunto per supportare l'immaginario di una sua narrativa.

Questa critica al passaggio si basa su contestazioni archeologiche e antropologiche suggerite da "The Dawn of Everything" ("L'alba di tutto") di Wengrow e Graeber.