Giuly ha valutato Nel sistema della follia: 4 stelle

Nel sistema della follia di Ron Goulart (Coll.Urania, #918)
In tutta la Galassia colonizzata non c'è sistema planetario più scombinato, più zany, di quello che ruota intorno a un …
Questo collegamento si apre in una finestra pop-up
30% completato! Giuly ha letto 3 di 10 libri.
In tutta la Galassia colonizzata non c'è sistema planetario più scombinato, più zany, di quello che ruota intorno a un …
The Long Way to a Small, Angry Planet di Becky Chambers delude nel suo tentativo di moralismo spaziale: l’inclusività, che all’inizio si presenta come un valore, col tempo diventa un elemento esibito e artificioso, quasi un lungo “manuale d’istruzioni” (432 pagine, per l’esattezza) sull’uso dei pronomi corretti e su come gestire relazioni gender. Risultato? Narrazione rallentata. Tuttavia Becky Chambers è un’ottima scrittrice, alcuni elementi emergono con forza ed è giusto evidenziarli: Dialoghi brillanti e realistici: le conversazioni tra personaggi sono vivide e riconoscibili, rendendo l’interazione credibile e coinvolgente. Descrizioni "soft sci‑fi" efficaci: nonostante la lentezza del racconto, la scrittura fluida e i dettagli ben scelti contribuiscono a creare atmosfere space‑cozy senza scadere nel didascalico. Personaggi ben caratterizzati: la “found family” della Wayfarer offre un insieme di figure memorabili (Kizzy, Sissix, Dr Chef…), ognuna con una voce distinta.
Punti deboli centrali
Inclusività forzata: troppo spesso l’inclusione diventa un tema dosato a …
The Long Way to a Small, Angry Planet di Becky Chambers delude nel suo tentativo di moralismo spaziale: l’inclusività, che all’inizio si presenta come un valore, col tempo diventa un elemento esibito e artificioso, quasi un lungo “manuale d’istruzioni” (432 pagine, per l’esattezza) sull’uso dei pronomi corretti e su come gestire relazioni gender. Risultato? Narrazione rallentata. Tuttavia Becky Chambers è un’ottima scrittrice, alcuni elementi emergono con forza ed è giusto evidenziarli: Dialoghi brillanti e realistici: le conversazioni tra personaggi sono vivide e riconoscibili, rendendo l’interazione credibile e coinvolgente. Descrizioni "soft sci‑fi" efficaci: nonostante la lentezza del racconto, la scrittura fluida e i dettagli ben scelti contribuiscono a creare atmosfere space‑cozy senza scadere nel didascalico. Personaggi ben caratterizzati: la “found family” della Wayfarer offre un insieme di figure memorabili (Kizzy, Sissix, Dr Chef…), ognuna con una voce distinta.
Punti deboli centrali
Inclusività forzata: troppo spesso l’inclusione diventa un tema dosato a forza, a scapito della spontaneità narrativa. Ritmo lento e trama episodica: la mancanza di un vero sviluppo narrativo e di tensione fa sembrare il romanzo più una raccolta di vignette che una storia organica. Rischio di generalizzazione: alcuni membri dell’equipaggio appaiono come archetipi monocordi, utili più a servire la diversità che a vivere come individui complessi. Io sono dell’idea che in un romanzo, i personaggi debbano essere rivelati attraverso la storia e le interazioni, non attraverso scene-manifesto! La love story tra Lovey e Jenks: ho apprezzato lo sforzo ma non ce l’ho fatta proprio a immedesimarmi. Manca davvero qualcosa. Probabilmente una diversa tecnica narrativa avrebbe fatto la differenza. Chiarisco una cosa importante Non sono affatto contraria ai diritti LGBTQIA+ , avendo amici trans e queer, apprezzo e sostengo profondamente la loro lotta e identità. Il mio problema è nello stile: l’inclusività, in questo romanzo, non scorre naturale come un valore condiviso, ma viene martellata con troppa evidenza, al punto da sminuire la narrazione.
In conclusione: The Long Way ha momenti di scrittura intelligente e di calore umano, ma finisce per essere un esercizio di “diversity display” più che un romanzo avvincente. Può piacere se si cerca leggerezza e gentilezza, ma per chi - come me - preferisce il giusto equilibrio tra tensione narrativa e personaggi profondi, rischia di stancare.
Follow a motley crew on an exciting journey through space—and one adventurous young explorer who discovers the meaning of family …
“Abbiamo vissuto di ipotesi e simulazioni al computer per un secolo, abbiamo cercato disperatamente tracce biologiche su Marte… finché dei …
"Resurrezione" di Elena Di Fazio è un'opera che mi ha davvero catturata con la sua storia profonda e avvincente. Fin dalle prime pagine, sono stato immersa in un universo narrativo intrigante, ricco di spunti di riflessione e personaggi ben costruiti, le cui vicende mi hanno tenuto incollata fino all'ultima riga. La trama è sviluppata con maestria, capace di sorprendere e di toccare corde emotive importanti. Un aspetto che, pur apprezzando la cura stilistica, ho trovato a tratti eccessivo sono state le descrizioni. Sebbene la prosa dell'autrice sia indubbiamente ricca e dettagliata, in alcuni punti le lunghe digressioni sui paesaggi o sui gesti dei personaggi hanno rallentato un po' il ritmo della narrazione. A volte avrei preferito una maggiore concisione per mantenere più serrato il passo della storia. Nonostante questa piccola riserva, la forza della trama e la profondità dei temi trattati rendono "Resurrezione" una lettura che consiglio vivamente agli amanti …
"Resurrezione" di Elena Di Fazio è un'opera che mi ha davvero catturata con la sua storia profonda e avvincente. Fin dalle prime pagine, sono stato immersa in un universo narrativo intrigante, ricco di spunti di riflessione e personaggi ben costruiti, le cui vicende mi hanno tenuto incollata fino all'ultima riga. La trama è sviluppata con maestria, capace di sorprendere e di toccare corde emotive importanti. Un aspetto che, pur apprezzando la cura stilistica, ho trovato a tratti eccessivo sono state le descrizioni. Sebbene la prosa dell'autrice sia indubbiamente ricca e dettagliata, in alcuni punti le lunghe digressioni sui paesaggi o sui gesti dei personaggi hanno rallentato un po' il ritmo della narrazione. A volte avrei preferito una maggiore concisione per mantenere più serrato il passo della storia. Nonostante questa piccola riserva, la forza della trama e la profondità dei temi trattati rendono "Resurrezione" una lettura che consiglio vivamente agli amanti delle storie che sanno far pensare e emozionare. Un libro che resta dentro, a prescindere dalle descrizioni più elaborate.
“Abbiamo vissuto di ipotesi e simulazioni al computer per un secolo, abbiamo cercato disperatamente tracce biologiche su Marte… finché dei …
The Long Way to a Small, Angry Planet di Becky Chambers delude nel suo tentativo di moralismo spaziale: l’inclusività, che all’inizio si presenta come un valore, col tempo diventa un elemento esibito e artificioso, quasi un lungo “manuale d’istruzioni” (432 pagine, per l’esattezza) sull’uso dei pronomi corretti e su come gestire relazioni gender. Risultato? Narrazione rallentata. Tuttavia Becky Chambers è un’ottima scrittrice, alcuni elementi emergono con forza ed è giusto evidenziarli: Dialoghi brillanti e realistici: le conversazioni tra personaggi sono vivide e riconoscibili, rendendo l’interazione credibile e coinvolgente. Descrizioni "soft sci‑fi" efficaci: nonostante la lentezza del racconto, la scrittura fluida e i dettagli ben scelti contribuiscono a creare atmosfere space‑cozy senza scadere nel didascalico. Personaggi ben caratterizzati: la “found family” della Wayfarer offre un insieme di figure memorabili (Kizzy, Sissix, Dr Chef…), ognuna con una voce distinta.
Punti deboli centrali
Inclusività forzata: troppo spesso l’inclusione diventa un tema dosato a …
The Long Way to a Small, Angry Planet di Becky Chambers delude nel suo tentativo di moralismo spaziale: l’inclusività, che all’inizio si presenta come un valore, col tempo diventa un elemento esibito e artificioso, quasi un lungo “manuale d’istruzioni” (432 pagine, per l’esattezza) sull’uso dei pronomi corretti e su come gestire relazioni gender. Risultato? Narrazione rallentata. Tuttavia Becky Chambers è un’ottima scrittrice, alcuni elementi emergono con forza ed è giusto evidenziarli: Dialoghi brillanti e realistici: le conversazioni tra personaggi sono vivide e riconoscibili, rendendo l’interazione credibile e coinvolgente. Descrizioni "soft sci‑fi" efficaci: nonostante la lentezza del racconto, la scrittura fluida e i dettagli ben scelti contribuiscono a creare atmosfere space‑cozy senza scadere nel didascalico. Personaggi ben caratterizzati: la “found family” della Wayfarer offre un insieme di figure memorabili (Kizzy, Sissix, Dr Chef…), ognuna con una voce distinta.
Punti deboli centrali
Inclusività forzata: troppo spesso l’inclusione diventa un tema dosato a forza, a scapito della spontaneità narrativa. Ritmo lento e trama episodica: la mancanza di un vero sviluppo narrativo e di tensione fa sembrare il romanzo più una raccolta di vignette che una storia organica. Rischio di generalizzazione: alcuni membri dell’equipaggio appaiono come archetipi monocordi, utili più a servire la diversità che a vivere come individui complessi. Io sono dell’idea che in un romanzo, i personaggi debbano essere rivelati attraverso la storia e le interazioni, non attraverso scene-manifesto! La love story tra Lovey e Jenks: ho apprezzato lo sforzo ma non ce l’ho fatta proprio a immedesimarmi. Manca davvero qualcosa. Probabilmente una diversa tecnica narrativa avrebbe fatto la differenza. Chiarisco una cosa importante Non sono affatto contraria ai diritti LGBTQIA+ , avendo amici trans e queer, apprezzo e sostengo profondamente la loro lotta e identità. Il mio problema è nello stile: l’inclusività, in questo romanzo, non scorre naturale come un valore condiviso, ma viene martellata con troppa evidenza, al punto da sminuire la narrazione.
In conclusione: The Long Way ha momenti di scrittura intelligente e di calore umano, ma finisce per essere un esercizio di “diversity display” più che un romanzo avvincente. Può piacere se si cerca leggerezza e gentilezza, ma per chi - come me - preferisce il giusto equilibrio tra tensione narrativa e personaggi profondi, rischia di stancare.
In tutta la Galassia colonizzata non c'è sistema planetario più scombinato, più zany, di quello che ruota intorno a un …
In tutta la Galassia colonizzata non c'è sistema planetario più scombinato, più zany, di quello che ruota intorno a un …