Copertina rigida, 127 pagine
lingua Italiano
Pubblicato il 2002 da Gruppo Editoriale L'Espresso SpA - Divisione la Repubblica.
Copertina rigida, 127 pagine
lingua Italiano
Pubblicato il 2002 da Gruppo Editoriale L'Espresso SpA - Divisione la Repubblica.
Quando uscì, nel 1922, Siddharta non aggiunse molto alla già solida fama di Hermann Hesse. Il successo mondiale del libro arrivò più tardi, sull'onda del premio Nobel che nel 1946 incoronò definitivamente il suo autore; e fu un successo decretato soprattutto dai giovani, che a poco a poco, generazione dopo generazione, fecero della figura di Siddharta una sorta di stemma dell'inquietudine adolescenziale, dell'ansia di una ricerca di sé assetata di miti e di maiuscole, di un decisivo quanto favoloso soprassalto d'orgoglio dell'individuo nei confronti del mondo e della storia, accomunati in un rifiuto senza appello. Figlio di un brahmino in un'India remota e in fondo senza tempo, omonimo di quel Siddharta Gautama che si dirà Buddha, il protagonista del romanzo abbandona la casa paterna per sperimentare l'ascesi sapienziale che dovrebbe condurlo alla perfezione. Ma si accorge ben presto che per uscire dal proprio io, condizione necessaria per il compimento del …
Quando uscì, nel 1922, Siddharta non aggiunse molto alla già solida fama di Hermann Hesse. Il successo mondiale del libro arrivò più tardi, sull'onda del premio Nobel che nel 1946 incoronò definitivamente il suo autore; e fu un successo decretato soprattutto dai giovani, che a poco a poco, generazione dopo generazione, fecero della figura di Siddharta una sorta di stemma dell'inquietudine adolescenziale, dell'ansia di una ricerca di sé assetata di miti e di maiuscole, di un decisivo quanto favoloso soprassalto d'orgoglio dell'individuo nei confronti del mondo e della storia, accomunati in un rifiuto senza appello. Figlio di un brahmino in un'India remota e in fondo senza tempo, omonimo di quel Siddharta Gautama che si dirà Buddha, il protagonista del romanzo abbandona la casa paterna per sperimentare l'ascesi sapienziale che dovrebbe condurlo alla perfezione. Ma si accorge ben presto che per uscire dal proprio io, condizione necessaria per il compimento del cammino, deve prima conoscerlo a fondo, misurandolo col metro del mondo. Il distacco e l'acquisizione della vera sapienza giungeranno perciò proprio nel momento di massimo coinvolgimento di Siddharta nelle cose terrene, al massimo livello possibile di autocoscienza. Considerato da Hesse un "poema", e precisamente un "poema indiano", il romanzo si impianta su un registro originalissimo, che fonde lirica ed epica, narrazione e meditazione, elevazione mistica e sensualità: una miscela perfettamente dosata, che non smette di affascinare e di far riflettere.