cretinodicrescenzago ha recensito The Sword of Welleran and Other Stories di Lord Dunsany
L'origine di tutta la fantasy anglofona
4 stelle
Ok, un altro iperfocus autistico si è compiuto: dopo i Fifty-One Tales, i A Dreamer's Tales, e i Tales of Three Hemispheres, con questo The Sword of Welleran and Other Stories ho letto tutti i quattro volumi di racconti fantastici autoconclusivi di lord Dunsany (la dilogia di Pegana e la dilogia delle Meraviglie in un altro momento!), e per combinazione ho tenuto per ultimo il primo dei quattro tomi, primo per anno di pubblicazione – e per qualità letteraria. Sì, perché il grosso di questo volume consiste dei quattro straordinari racconti lunghi "The Sword of Welleran" (per altro mio primo, gradevole incontro con lord Dunsany entro l'antologia Fantasy: I migliori romanzi e racconti della narrativa fantasy), "The Fall of Babbulkund", "The Kith of the Elf Folk" e "The Fortress Unvanquishable, Save for Sacnoth", nei quali si alternano atmosfere di antichità mediterranea e di oscuro medioevo germanico, …
Ok, un altro iperfocus autistico si è compiuto: dopo i Fifty-One Tales, i A Dreamer's Tales, e i Tales of Three Hemispheres, con questo The Sword of Welleran and Other Stories ho letto tutti i quattro volumi di racconti fantastici autoconclusivi di lord Dunsany (la dilogia di Pegana e la dilogia delle Meraviglie in un altro momento!), e per combinazione ho tenuto per ultimo il primo dei quattro tomi, primo per anno di pubblicazione – e per qualità letteraria. Sì, perché il grosso di questo volume consiste dei quattro straordinari racconti lunghi "The Sword of Welleran" (per altro mio primo, gradevole incontro con lord Dunsany entro l'antologia Fantasy: I migliori romanzi e racconti della narrativa fantasy), "The Fall of Babbulkund", "The Kith of the Elf Folk" e "The Fortress Unvanquishable, Save for Sacnoth", nei quali si alternano atmosfere di antichità mediterranea e di oscuro medioevo germanico, pantheon classicheggianti e spiritualità cristiana, sinestesie tali per cui taluni scene "odorano" di marmo e di trombe, ora di paglia e zampogne, in generale quello stesso tono da mito d'autore che avevo riscontrato nei pezzi migliori di A Dreamer's Tales. E per quanto riguarda i rimanenti testi brevi, ho molto molto apprezzato la commedia nera di "The Ghosts", la prosa ritmica da ballata popolare di "The Highwayman", lo scavo introspettivo autobiografico di "In the Twilight" e l'immaginario (di nuovo) cristiano alla base di "The Doom of La Traviata". La varietà stilistica e contenutistica della selezione è davvero unica, e rende davvero ragione della massima accademica "Ogni filone di letteratura fantasy nasce da questo o quel testo breve di Dunsany". Perché quindi non do 5/5, per una volta? A parte la presenza di refusi gravissimi in questa edizione elettronica, non negherò che l'ultimo paio di racconti mi ha lasciato freddo, ritrovandoci in una forma un po' grezza lo stile da apologo che ritroviamo ben più rifinito nei Fifty-One Tales.
Grazie milord, di queste piccole perle. Arrivederci.