cretinodicrescenzago ha recensito The Book of Iod di Henry Kuttner
Pseudo-Lovecraft migliore di Lovecraft
3 stelle
Avviso sul contenuto Commenti espliciti ai colpi di scena finali di molti racconti
Premessa di tipo editoriale: per semplicità la banca dati di Bookwyrm indica che The Book of Iod: Ten Cthulhu Stories è la ristampa Diversion Books dell'antologia The Book of Iod curata da Robert M. Price per Chaosium, in realtà l'edizione Chaosium includeva 10 racconti di Henry Kuttner, 1 collaborazione fra Kuttner e Robert Bloch, 1 racconto di Lin Carter e 1 dello stesso Pierce ispirati dalla produzione di Kuttner, tutti commentati da Price – e l'edizione Diversion Books, per prevedibili problemi di diritti, ripropone solo i 10 testi di Kuttner.
Premessa di tipo estetico: ovviamente il senso di questo volume è raccogliere tutti i testi di Kuttner ambientati nell'universo condiviso dei Miti di Chtulhu, ergo è inevitabile confrontare l'allievo Kuttner con il suo maestro H.P. Lovecraft, e probabilmente gli estimatori di H.P.L. considereranno il corpus kuttneriano una pallida ombra del modello. Avendo letto sia i romanzi brevi di Lovecraft (At the Mountains of Madness and Other Novels of Terror) sia il nucleo principale del ciclo di Chtulhu (The Haunter of the Dark and Other Tales) sia una parte dei "racconti macabri" (Dagon and Other Macabre Tales), io appartengo alla parrocchia contraria: trovo sinceramente che il buon "Solitario di Providence" fosse uno scrittore con poche eccellenti idee, che le abbia eseguite a ripetizione in infiniti testi mediocri così da ricavarne (per legge dei grandi numeri) una manciata notevole, e che la sua estetica sia alquanto compromessa dalla profonda cattiveria alla base della sua etica. Ergo, dovendo scegliere fra un originale lovecraftiano meno che eccellente e un'emulazione kuttneriana, preferisco nettamente la seconda: sarà meno ispirata, ma almeno c'è un bilanciamento fra sostanza e forma che manca spesso nei testi magniloquenti di HPL, e l'orrore non si basa sul razzismo e sessismo sistemico dei WASP.
Poste tutte le premesse del caso, i testi!
- "The Secret of Kralitz" è una piacevole fantasmagoria medievale con un finale d'effetto estremamente forzato, tirato fuori dal cappello giusto per spiazzare. Si sente che è un'opera quasi prima.
- "The Eater of Souls" rende bene come fiaba magniloquente e surreale, però mi auguro che Kuttner l'abbia intesa in tono farsesco o quantomeno paradossale – non è concepibile spaventarsi sul serio quando si scopre che il Mangia-Anime è sostanzialmente un granchio-scolopendra.
- "The Salem Horror" è chiaramente stato composto in modo "procedurale", prendendo elementi ricorrenti del corpus lovecraftiano e rimontandoli assieme secondo una ricetta: abbiamo la casa infestata, l'artista imprudente che scatena l'orrore, l'occultista giunto a esorcizzare il male, la strega non-morta che venera un Dio maligno... e l'insieme non risulta solo godibile, ma in qualche modo è "più lovecraftiano di Lovecraft", molto vicino all'idea platonica del Ciclo di Ctulhu che ne ha una persona inesperta, senza per questo scadere di qualità come fanno le imitazioni delle imitazioni.
- "The Jest of Droom-Avista" prosegue gli eventi di "The Eater of Souls" e funziona sia nel costruire una continuità temporale sia nell'effetto tragicomico/grottesco finale, qui indiscutibile e molto sagace.
- "Spawn of Dagon" è principalmente un episodio del ciclo sword & sorcery di Elak di Atlantide e confermo l'opinione positiva maturata a leggerlo già in Elak of Atlantis: un bel racconto di fantasy avventuroso un po' macabro che pur imitando Conan trova una voce sua nelle situazioni farsesche ma non troppo.
- "The Invaders" ripropone gli ingredienti fondamentali già visti in "The Salem Horror", cioè flisteo impudente rigorosamente artista, infestazione ed esorcismo, ma la costruzione praticamente teatrale dela vicenda (c'è unità di spazio, tempo e azione) intrecciata al tocco di "magia psicagogica" evita l'effetto di già visto – e anzi l'atmosfera passa efficacemente da "storia di fantasmi" a "storia di fantascienza apocalittica".
- "The Frog" ripropone una terza volta e in modo relativamente più banale la trama dell'orrore cosmico scatenato da persone ignare, però anche qui l'impianto si conserva fresco grazie alla dimensione corale del villaggio coeso e in armi contro il mostro – un atteggiamento di empatia e rispetto verso i contadini assediati che è completamente antitetico al classismo di Lovecraft, e una boccata d'aria fresca.
- "Bells of Horror" sintetizza molto bene la dimensione corale di "The Frog" all'atmosfera apocalittica di "The Invaders" e risulta in un intero maggiore della somma delle parti, l'unico racconto che mi abbia effettivamente messo i brividi per empatia emotiva con i protagonisti. Davvero eccellente.
- "Hydra" è il mio testo preferito: prende il modello lovcraftiano dell'esperimento di occultismo dai risvolti tragici, raccontato come se fosse un'inchiesta ufficiale a posteriori, e lo sgrossa sia dalla prolissità sia dai feticci razzisti, sostituendoli anzi con una piacevolissima dose di sarcasmo malvagio contro i protagonisti antieroici. E il finale è spiazzante in modo efficace!
- "The Hunt" mi ha convinto a metà: molto bello il punto di vista di un razionalista scaraventato nel mondo dell'occultismo, molto bello il finale ad effetto, terribilmente telefonata la sezione centrale climatica. In generale si sente che Kuttner stava lentamente abbandonando il paranormale perturbante lovecraftiano in favore di un "orrore urbano" che maturerà negli anni Quaranta. Non mi sento di dare a questa versione della raccolta più di 3 stelle, siccome manca il racconto in collaborazione con Bloch ("The Black Kiss") che è seguito diretto di "The Salem Horror", ma se la collezione fosse stata davvero completa avrei concesso certamente 3,5 stelle se non 4: non sono racconti eccezionali, ma nel loro genere sono egregi.