Copertina rigida, 320 pagine
lingua Italian
Pubblicato il 24 Luglio 2021 da Longanesi.
Copertina rigida, 320 pagine
lingua Italian
Pubblicato il 24 Luglio 2021 da Longanesi.
Tommaso Scotti riesce in una doppia impresa: intessere una trama accattivante e contemporaneamente scrivere un compendio di cultura e sociologia nipponica per occidentali. Annachiara Sacchi, Corriere della Sera Scotti ha scritto un giallo magnifico, di quelli che tengono incollati al libro fino all'ultima pagina. Il Giornale Con un ombrello passato di mano in mano, l'autore ci mostra una Tokyo e un Giappone meno conosciuti. Il Sole 24 Ore
Un romanzo d'esordio che ci spalanca nuovi orizzonti Un protagonista destinato a entrare nei cuori dei lettori Un Giappone spietato e pieno di fascino, raccontato con uno sguardo insolito e struggente
L’ispettore Takeshi Nishida della squadra Omicidi della polizia di Tokyo ha un secondo nome che pochi conoscono, ma che dice molto di lui. All’anagrafe infatti è Takeshi James Nishida. Perché Nishida è un hāfu: un mezzo sangue, padre giapponese e madre americana. Forse per questo non riesce a essere sempre accomodante …
Tommaso Scotti riesce in una doppia impresa: intessere una trama accattivante e contemporaneamente scrivere un compendio di cultura e sociologia nipponica per occidentali. Annachiara Sacchi, Corriere della Sera Scotti ha scritto un giallo magnifico, di quelli che tengono incollati al libro fino all'ultima pagina. Il Giornale Con un ombrello passato di mano in mano, l'autore ci mostra una Tokyo e un Giappone meno conosciuti. Il Sole 24 Ore
Un romanzo d'esordio che ci spalanca nuovi orizzonti Un protagonista destinato a entrare nei cuori dei lettori Un Giappone spietato e pieno di fascino, raccontato con uno sguardo insolito e struggente
L’ispettore Takeshi Nishida della squadra Omicidi della polizia di Tokyo ha un secondo nome che pochi conoscono, ma che dice molto di lui. All’anagrafe infatti è Takeshi James Nishida. Perché Nishida è un hāfu: un mezzo sangue, padre giapponese e madre americana. Forse per questo non riesce a essere sempre accomodante e gentile come la cultura e l’educazione giapponese vorrebbero. Forse è per il suo carattere impulsivo, per quel suo modo obliquo e disincantato di vedere le cose e le persone che lo circondano, che non ha mai fatto carriera come avrebbe meritato. O forse è perché lui non vuole fare carriera, se questo significa mettere i piedi sotto la scrivania invece di usarli per battere le strade di Tokyo, città che ama e disprezza con altrettanta visceralità – e che allo stesso modo lo ricambia. Ma Nishida è eccezionale nel suo lavoro: lo dimostra il numero di indagini che è riuscito a risolvere. Fino al caso dell’ombrello. Un uomo, ritrovato morto. L’arma del delitto? All’apparenza, un comunissimo ombrello di plastica da pochi yen, di quelli che tutti usano, tutti smarriscono e tutti riprendono da qualche parte. Ma questo ombrello ha qualcosa che lo differenzia dagli altri. Un piccolo cerchio rosso dipinto sul manico e, soprattutto, un’impronta. E Nishida si troverà di fronte a un incredibile vicolo cieco quando scoprirà a chi appartiene l’impronta digitale del possibile assassino: all’imperatore del Giappone.