Copertina rigida, 223 pagine
lingua Italiano
Pubblicato il 2002 da Gruppo Editoriale L'Espresso SpA - Divisione la Repubblica.
Copertina rigida, 223 pagine
lingua Italiano
Pubblicato il 2002 da Gruppo Editoriale L'Espresso SpA - Divisione la Repubblica.
Se una notte d’inverno un viaggiatore segna, nella storia di Italo Calvino, una rinascita. Attraversata la rarefazione meravigliosa e a suo modo conclusiva de Le città invisibili, ecco che nel 1979, dopo sette anni di silenzio, la vocazione narrativa torna prepotente: fin troppo, visto che nel libro si susseguono ben dieci inizi di romanzi diversissimi fra loro, legati dal fil rouge di un’ulteriore storia che, attraverso le avventure di un Lettore e di una Lettrice, ci conduce dall’una all’altra di quelle parti iniziali presto interrotte. La scelta sperimentale e combinatoria, pronunciatissima nel Castello dei destini incrociati ma già notevolmente stemperata nelle Città invisibili, viene qui quasi del tutto occultata da una fantasia davvero scatenata, che non conosce confini né di tempo né di spazio, nonché da una felicità di raccontare, a stento tenuta a freno da una volontà tutta intellettuale di intervento sulle strutture profonde del romanzo. Così il senso …
Se una notte d’inverno un viaggiatore segna, nella storia di Italo Calvino, una rinascita. Attraversata la rarefazione meravigliosa e a suo modo conclusiva de Le città invisibili, ecco che nel 1979, dopo sette anni di silenzio, la vocazione narrativa torna prepotente: fin troppo, visto che nel libro si susseguono ben dieci inizi di romanzi diversissimi fra loro, legati dal fil rouge di un’ulteriore storia che, attraverso le avventure di un Lettore e di una Lettrice, ci conduce dall’una all’altra di quelle parti iniziali presto interrotte. La scelta sperimentale e combinatoria, pronunciatissima nel Castello dei destini incrociati ma già notevolmente stemperata nelle Città invisibili, viene qui quasi del tutto occultata da una fantasia davvero scatenata, che non conosce confini né di tempo né di spazio, nonché da una felicità di raccontare, a stento tenuta a freno da una volontà tutta intellettuale di intervento sulle strutture profonde del romanzo. Così il senso di frustrazione che Calvino fa provare al Lettore e alla Lettrice quando improvvisamente le storie si interrompono, diventa lo stesso nostro di fronte agli accattivanti meccanismi di attesa che l’autore prepara ogni volta con stupefacente maestria, e che poi perfidamente si rifiuta di soddisfare. Se una notte d’inverno un viaggiatore fu definito un «romanzo sul piacere di leggere» da Calvino stesso, il quale parallelamente andava coltivando il redde rationem autobiografico di Palomar. E su ambedue tali “maniere” aleggia, discreta e leggera, quella ritrovata gioia di scrivere e forse di vivere, che segna in modo indelebile questa fase, purtroppo inopinatamente l’ultima, di una eccezionale vicenda letteraria.