cretinodicrescenzago ha recensito The Time Axis di Henry Kuttner
Fantascienza di serie B ambiziosa, nel bene e nel male
3 stelle
A leggere i romanzi di Henry Kuttner in modo grossomodo cronologico come sto facendo io, risulta evidente che The Time Axis è costruito con gli stessi ingredienti fondamentali dei precedenti The Creature from Beyond Infinity e Valley of the Flame: una terrificante forma di energia giunta dallo spazio che minaccia di annichilire la Terra, un superscienziato leggermente pazzo che si schiera in difesa dell'umanità, un militare tanti muscoli e poco cervello in rapporto deuteragonistico con il superscienziato, un'eroina femminile fascinosa e teoricamente geniale che però resta colpevolmente sullo sfondo, un'intelligenza semidivina imperscrutabile che in qualche misura indirizza il superscienziato. Abbiamo poi tratti in comune anche con The Dark World, sul quale aveva sicuramente messo mano anche la signora Catherine Lucille Moore coniugata Kuttner, quindi ipotizzo che si tratti di suggestioni partite da lei: un viaggio nello spazio-tempo compiuto dagli eroi per contrastare la minaccia aliena, un mondo futuro …
A leggere i romanzi di Henry Kuttner in modo grossomodo cronologico come sto facendo io, risulta evidente che The Time Axis è costruito con gli stessi ingredienti fondamentali dei precedenti The Creature from Beyond Infinity e Valley of the Flame: una terrificante forma di energia giunta dallo spazio che minaccia di annichilire la Terra, un superscienziato leggermente pazzo che si schiera in difesa dell'umanità, un militare tanti muscoli e poco cervello in rapporto deuteragonistico con il superscienziato, un'eroina femminile fascinosa e teoricamente geniale che però resta colpevolmente sullo sfondo, un'intelligenza semidivina imperscrutabile che in qualche misura indirizza il superscienziato. Abbiamo poi tratti in comune anche con The Dark World, sul quale aveva sicuramente messo mano anche la signora Catherine Lucille Moore coniugata Kuttner, quindi ipotizzo che si tratti di suggestioni partite da lei: un viaggio nello spazio-tempo compiuto dagli eroi per contrastare la minaccia aliena, un mondo futuro (in The Dark World era parallelo) fatto di colonie spaziali umane, scenari paradisiaci, superumani mutanti e meccandroidi geniali (soggetti che Moore trattò pure da sola in Judgment Night: A Selection of Science Fiction e assieme al marito in Mutant), un conflitto allucinato fra gli eroi e i loro doppi/sosia (anch'esso già centrale in The Dark World), una battaglia finale surreale e galvanizzante che tiene presente la lezione estetica di Howard Lovecraft.
Ora, perché ho voluto inventariare tutti questi "materiali stock" con cui Kuttner ha costruito The Time Axis? Perché in tali materiali risiedono sia i pregi sia i difetti del romanzo: da un lato Kuttner padroneggia perfettamente questi temi che gli sono ormai cari e collaudati senza per questo scadere nella fotocopia di sé stesso, e così l'intreccio risulta ben ritmato come al solito, ci tiene sempre incollati alla pagina accumulando misteri su misteri e stupori su stupori, e secondo me i paragrafi "paesaggistici" in cui Kuttner ci dipinge straordinarie vedute di un'umanità futura sono fra le sue pagine più felici, degne precorritrici delle più belle puntate di Star Trek (come non paragonare la Faccia di Ea al Guardiano dell'Eternità?). Dall'altro lato, però, questo gigantesco minestrone di concetti è ancora più eterogeneo e complicato che in The Creature from Beyond Infinity e Kuttner ha avuto la discutibilissima idea di imperniare questa trama già non facile su un intricatissimo meccanismo di viaggio nel tempo ciclico, la cui risoluzione finale (come quasi sempre accade) causa un'emorragia celebrale – in altre parole, la cambella del worldbuilding non è esattamente uscita col buco. In aggiunta, a questo testo manca anche il bello scavo psicologico di The Dark World, e si sente: se l'Edward Bond di The Dark World è il perfetto eroe autodiegetico, Jerry Cortland di The Time Axis è il perfetto esempio di comprimario tontolone utilizzato come punto di vista ignorante, in modo da incrementare artificiosamente la patina di mistero – tanto che in almeno una mezza dozzina di scene Jerry liquida qualcosa di favoloso come "indescrivibile". E grazie al membro virile, Jerry!
Tutto sommato i pregi e i difetti del romanzo si bilanciano abbastanza da meritare un bel 3,5/5, ma ancora una volta scatta l'arrotondamente al ribasso siccome questa edizione Gollancz contiene più refusi di quanto sia legittimo: siamo arrivati al grave livello di un paio di frasi sì intelligibili ma piene di copincolla sbagliati...